Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932

Lucia 215 bero d~ chi meno se lo sarebbero aspettato. La Maria non si muo- ·· veva più di casa; avev3! paura che si vedesse che era inéinta, be]lché OF!l!l'llai o sapessero tutti; ma, a ,farsi vedere ci soffriva lo stesso. La prima a capitare a casa loro fu l' .Amalia, la quale ci portava con sé' la' CO!n!S0lazfone di una :filosofia sebben'e non troppo ligia ai càJlllOiili d 'Ulna:morale stretta, p,ure, per il modo con cui éra offerta, per iI Slil@ iD!g,enu,o buonumore, era que·l che ci voleva per sollevare il,Ul ;po' gli animi. ' ' - O che credi d'esser- la sola, te,? Bell'aiuto, farsene tanta . croce ì Se non fosse fortuna, chiamiamola fortuna, ce ne rimar– rebbero tante, una volta o l'altra'. Ma si capisce, un'innocentina come te: ... Ci voleva lei per far sorrider ,Maria. E dire che prima la guarda– vano. dall'alto in basso, perché era un 'po' allegra, un po' svel- · tòccia .. _' n cuore di Maria era 'come un animale di bosco coi ·cani allè cositoilleché sa éfi avere i fucili imboscati davanti alla sua corsa sfre~ata. Il li1lalepeggiore era dalla parte di dove dov'eva venirle la luce. Le lettere di Vincenzo eran roveti n!:)iquali a addentrarsL-si sentiva graffiare a sangue: come sanno, le parole pietose, scelte per consolare,. per coprire, nascondere, coine sanno mostrare il loro volto vero. E invece come si sentiva indolorire, umiliare nei più gelosi" recessi, per il sa,pore amanògnolo ogni tanto di una pa– rola- sincera nella qll.a1e_ ritrovare il gusto benefico del pianto. Le· Slile risposte sempli~i;- brevi avrebbero dovuto avvertire· Vincenzo, . fargli sentire ehe lei vè{leva chiaro nei suoi motivi, nei suoi ri– pieglt!Ìi.Gliefo diceva·sem.pre, che si dasse. pensiero di lei, che col tempo si sarebbe rirn,ediato a tutto, che lei aveva fiducia in Dio .... Egli dove\"a sèntire la profondità del suo scoraggiamento. E già si ritiravano le nevi, , ~coprendosi ·oggi qll.esta, domani quella pe:t'i!dicea so~atìo.• Poi vennero i temporali marzuoli,, le mon– tagne sparirono nel nuvolo, ma quando l'ebbe spazzato il vento, · si scoprirono le costole vive del monte, e i boschi, le rocce, le prata,. nell'aria pulita. Sul mezzogiorno l'aria intepidiva, e le vet~e nevose sull'azzurro parevano di marmo. Le valli suonavano delle voci cri– stalHillle·delle acque e le case si spalancavano a riempirsi di sole che ~e frug:1tssé nei cauti dove era stata ombra per tanto tempo. E anche ~faida 'lil!Òm1 poteva resistere, doveva a:m:darfuori, a sentirsi scaldare, a sellJJtirs;iaprir dentro come gli avorlilieUi cb.e ghì rigermogliavan 11.1ei forteti. E sentir la sua creatura crèscere dentro di lei, ? nrno– Vieòfi'.si, con indicibile sbigottimento, e urtarla. - Su, verso ]a montagna. A star sola, a sentire rinascere la vita, mei boscb.i, :m:elle p;rata, si scordava ogni male. Tutto muove-va, come lei; non era giusto di sentirsi patire, m.entre le cose ne godevano tamto. Nei castàgnet1 le foglioline nnove,·pallide e tenere come ogni ibJiotecaGìno Biahoo

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