Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
./ I ' ,· I / , 214 D. Ci;,,,elli ' - Ci dovevate pensar prima, - brontolò subito, a,ppena l'Ada o·li ebbe confidato le .loro traversie con la durezza eh.e aveva pil'e– parato nella paura che si trattass~ di una richiesta di denari, lo ziq Cesare. - Perché non siete venute· quando era anc6'Pa in tempo, la Maria? , -- Non è per quello, Cesare; è per motivo di questa legge nuova, che noi non si capisce bene. · In quei paesi di gente che 'andavano e venivano dall'America, chiunque avrebbe potuto spiegar loro la legge e il significato di <<quota>>,quella parola immutabile e misteriosa com~ un idolo; chiunque all'infuori dello zio Cesare, il quale fra· l'altr~, non leggeva il giorna,le~ · - Clre volete che sappia io ? Ai ridei tempi si andava e veniva come si voleva. · · L'Ada era invecchiata ; le tremavano le mani,· nel suo viso .si erano impresse quelle rughe fisse, cartilaginose; che fanno nei visi dei malati cronici. Gli dava noia, di pensarè che- non corre– vano che pochi anni di differenza, fra loro due ... --.-E.poi dicono che sono altri tempi: sono altri tempi sicuro! - · E si fregava le mani dalla soddisfazione; lui era, al disopra di queste malinconie ; e intanto di denari non si parlava. Aveva guardato la Maria su e giù per.il corpo, come si s·tiima un cavallo : a lui quei secchemlli rifiniti non a ndavano, a lui piacèva la salute. Lì accanto la sua Flavia risplendeva d~ flqridezza. - Ah, t'ha lasciato un ricordo, eh ? - Anche la serva sorrideva . guardandola. - Così non te ne dimentichi di lui, eh ? Ma che ci vuoi andare a fare in America ? Non è paeSB·per te. Per l'America ci vuol forza e salute. Te stai bene quassù. Non lo vedi, sei vecchi:;i,, digià. - Lo d'iceva con brio, allegramente ; come se le facesse un complimento. . , • · .· ·· . · Eran 'tornate a casa più calme, come se quel modo di fare dello zio. Cesare che non le stava. nemmeno a sentire, toglifsse alle lQrO disgrazie,- al loro isolamerit~, quel che v'era di lugubre,· di tragico : non bisognava poi darsi tanto pensiero. E forse- fu anche merito di quell'egoismo se il cuore deìla ge :p.te si mosse verso di loro c~me. ,, se .le compatissero per astio a lui. Do veva essere.a;nche· quel modp deUe dùe_donne di stare a sé, senza sùperl:)ia ma senza nemmeno abbassarsi. E mai una parola delle loro. diso-razie. · Si sa bene quando la si r~cerca, la considerazione della ge;te è__ difficile av-erÌa ~ quando non Cl se ne cura,, allora ecco tutti a offrirsi da sé. Nel .p0poio, a.Ua lunga, la bontà ne può sempre pih della morale: è lai 9-ifesa delle ..sostanze, ·dei beni, che porta con sé la fredda e .pre- cisa crud.eUà delle regole. , . . L'ai~to -~i qualc~e parola buo11,a,~i un pu' di éo~prussion@, R'·~h- BiptiotecaGino·Biaf)co·
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