Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932

... .(,ucia .VIII. . . Vii!ooeenzo s'in:form.ò. Anc6ra vi erà molta incertezza sul modo di ~ aip[f.)Ji:e:ait'e la 'l!mova Ìegge, ma àid ogni modo :non era prudente la– sc!Ì:ar glliii! S;t\a/ti Uliiti t _a prendere la legge alla, lettera _non sarebbe [PiÌrtà. p,@it;m!'l\Ò ri:eNt:iraie che il)}:eHa còsiddetta «quota•)). La ql;):ota it::),- "· ~i&liJ/.a eil':!1/ !l!lil! @il.to pie:eola in_confronto al numerò degli ep;i_igranti, né· sru · SliliiJiH~ v.ai aDc6ra ç,ome verrebòe ripartita. F~r _venire qnàlè_µno · cilla!ll'lJi;l\aUa ? S~_ i{){)teva i rµa iJJ1 << q:q.ota J). Se si fosse messo in regola, ifÌ!wil!lil!a, s,e arv 1 è,sse preso la cittadinap.za americana, :,o almeno resi– f:te,lil!Zi:ru !lf ssa,u:ff;icialmente) qu.este difficoltà non d sarebbero.,state, ane!bfue l!tVil;ttjj) il diritto 'di an_dare .Q v~nire conite gli pareva; ma @~a -e-ra ta_:r,llli,. n,o[l;J. si-pote-v-a pi'ili,-.Vinc:enzo scrissé, spiegò. Mà iJJ1~ , · ~a;1;1J'ttda sua c?scif!lr.izaprendeva' a calmarsi, pagà : lui faceva .dèl S:lffi@ meglio. , · Q'tl!el1~ f;rasi rigide, im.person~li, 0 q~elle espressioni di legge non· ;i;,aili'evànose<Fitte da J-l'l.i;nél leg:g~re, ~aria non le vedeva,'.quasi; , C@ilil,'l;e se u.11r vefo, una nebbia_ si mettesse fra 1ei e il foglio. Vaghe-e · gra'll}dl':iose le parole rimanevano bardere inerti fra loro. c:era una ffie-gg,e i[ililJ!OVa, incenzo non poteva venire, dqveva andar lei laggil;j' ,ma· tiro ({ q~oita ». Quella parola incomprensi?ile, sèmpre pres~nte c@me 1!1!1'!1 rint0ceo melfa mente; e, quando si guardavan<?- ma~ma e iID!giliiola, quella parola, negfi occhi. _ Parfavamo ·poco, (])ra, fra loro;, della, gravidanza di Maria, dopo i~ S'lll!@ sfogo sommesso e disperato, qttando aveva sentito il bisogno di ,aggrappausi alla maim.ma, al so1o essere che la potesse perdonare,. __ e 'f@rse a,]l,e,]The eap:ire, non ne 12ar lavano mai.- Avevano paura di - aseoill;l\air@ -se stesse, paura delle mura; che stas_sero a ascoltare. Iso– l!aì:ttli: <llia ,goe~fa v,eeehia différenz-a di classé e più, dopo, dal loro iJlìl- 1))\i>Vie.dment(i), f O!lil av,ewano frequentato nessuno;, anche prima;; ma · @il!l!lì 'avev-arn1:0' a~dITittu:ra paura della gente, d'·essere viste; çl'esse'[!e S[l))iÌrate. Qi1i1,eUl;I, ibil'esve toritilJ.ra di Maria, di · frutto .c:he prende i e.@ill@>ri m:e-1 s@1e, -'appassiva; d'iventaV'a brutta, ora; d:i sema si .era ifa'tita g~aUa,· v~zza prima di matu:rare.· .,. · F'iiilì1almeIDJ:te -s~deeiser0 a consigliarsi ·con lo ·zio _Cesare, un pa– r-@1>1te ~ena ma:Qlil.ma il quale viveva solo,. con u:na servotta giovane e !fu.el~ ocèia, )i)e'l'._ lru casa,. in un villino nuovo fì,ammante a rn.ezza strada fra Mòllll:iEelairndi è pdm.i paesi del piano:· A su@ teiti_po, egli aveva. mess@ illlsieilil!l!e, l'l.Reerto patrim.onietto in America; ma se qualche v@ill'lla ~'.Aéta aveva pénsato all'eredtità, era soltanto per mettere an, eÌID!e <i)ll!l!eHa fr iè loro di13grazie. Non·aveva pare:nti più prossimi di 1@i11o, ma ll>astavaivedere come le ricevevan.o, lui e la sua serva; d1.é· <il!eI · 1,1esto@ i~ distu:rbavano di_ raido, ancb.e ·}o;ro lo do-ve'Vam riieo– Jìl,OSeeiP@. teca Gino-Bianco. - ,i I

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