Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932
Lucia 211 Mi yuole sposare. . Rise, in. u.n toM divers9; poi si ritirò· sulla seggiola come per · iso~a;rs!i.a ri:llLettere, seguendo il dipànarsi delle idee nelle volute del fu.mo . Non doveva esserci portata, a pensare, quella testina minuta e ii>iÌ!s~lil:I1Jga; con quei capeUi ,a ragaz;mccio, aderenti al cranio, che ve!r.liva; la vogiia di prenderla e stringerla a morsa nelle mani e schiacciarla come una noèe. · , .. ;--- Son giovane ; anèf)ra lto <la divertirmi. Anc6ra· non mi voglio -sriosare. Più tardi, si vedrà. Però, Carlo guadagna bene, ora. Ha "' avNto un a1,1mento. È' nn buon ragazzo. È un ragazzo solido. Scosse, ilia zazze~a breve come per ~ca-cciare quelle. :m,tl'l,linconie. _;_ A me ;pia.ce andar fuori la sera con uno come v;oi, senza pen– sa;r@ 3! n.ulla, per d ivertirsi. Voi avete il temperam@nto ché ci vuole· J))er me. Ah voialtri italiani! Ma stas@ra si@te noioso. Così non mi piacete pu.nto. llLominacciò con· q uena mano grassoccia che stasera gli dava tanta ll!Oia guardare. Portava due anèlli, uno enorme, con una · gran pietra verd.e, ovafo; l'altro era un anello d'oro a sigi119, in– e~s@c@i_ caratteri di qualche « società fraterna>> .di' st'uq,ente; certo datoil:e q,ual pegno di eterna fede da qualc,b.e dimenticato ammira– tore. E giilÌlm~l petto;- sordo come i colpi del sangue, il tocco di <aJlil!eUe Ì!lil!aw1i ma,gre, rigate di ruglte scure,, che gli pareva di strin– gerle sino a indolorirle, e non poteva p.emmeno dar loro un nomè, ebe faceva male persin.o a rammentarlo, lì,· allora, il · nome di Maria. ' Cose piccole e povere del suo paese; era un'offesa ricordarle ]1eill!a_mieti!lopo]i facile e benevola, ricca e potente, che si scorda di. · tu.tto, che vive soUal).to nel presente. Quei Ìegami sottili coi quali seintiva di appartenere alle cose di lassù, poterli ..strappare per sempwe-; e:Ffuili1Jil! ma1e, u:na colpa, necessaria. Era come a ve~gol!!;narsi · della;_mamma, e far finta di non la riconoscere incontrandola, per · istrada perc1l.é era povera e dimessa. Era come a vergognarsi di / Mruwia;; gilii :ruvveniva, pén.sandò a 1ei, in· quelle stradè affoÙat@ di gente florida, ben vestita, di avèr paura che gliela vedessero nella !l!l!l.eili1t<il, ,come la riportava di lwssù, sc.ura e terrosa, nella Ìlebòia, ~,.11!rva sul teueno· a raceattare il nutrimento pèr l'inverno, il nùtri– mento eb.e casca dagli alberi come per le bestie di bosco. Ne, avreb– òeir©avmiYo ribrezzo, quasi paura, o non. ci avrebbero creduto, ,come a ascoUare un.a storia antica, di cosè che non -possono più essere. E se Maria si rialzava, se lo guardava negli occhi, ecco la ricchezza, n il!:uss(i), il!avoglia di godere clil:e lò circondavano,, diventavano facili, spr~gevolL · · i:_ Mia c.he av;ete stasera? Ohe v'è successo in Italia? Vi siete iÌ!!mi1il!alil'lli o iJ'at0, c:i!_scomm:e~to:Che tipo ,è? È appassionata come voi_? Come sono le ragazze italiane? Bibfiote.ca Gino,Bian90
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