Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932

210 D. Cinelli fonda 1 come devono avere le piante e gli' animali e la terra qlil!rundo cadono i semi. · . ·' · · Immac olata sotto il sole la neve su tutte le cose nitide, morbide. L,a pa.ce nelle cose. L'inverno scàrno come le rame dei castagni sotto' la neve, solitario come la strada dove non passa :pim nçssi[!no. Riprendere la schiavitù delle giornate che si passano a pensare, a aspettare, a logorarsi dentro, con gli oçchi della mamma che la guardano fissi, smemoràti, o la sfuggono pie~i. di paura; sole, .lei e la mamma. Rintanate, loro due,· come le b('!stie che entrano in 1e:. targo, sotto la neve, - e le città làggiù, la vita, la luce, - sino a quando non prendono a allungàre le giornate, e a riscaldarsi l'aria, e il gelo non rallenta la morsa nella terra; e non sarebbe corso in lei, quando lui sarebbe tornato, a sentirsi toccare, ·sùlla spalla il torrente precipitoso del disgelo. · VII. Non ei·an passati otto giorni dal suo arrivo che Ruth l'aveva chiamato al telefono : .. - Perché non vi siete fatto vivo ? Quando. ci si rivéde ? ,Stasera ? Quando siete tornato ? Perché avete tardato tanto ? Nella guaina di seta celeste· spiegazzata,. un po' stiri:ta, usata come da niani d'uomç>, quel collo livido di'.cipria sotto la zazzera. corta ossigenata e ondulata; quelle braccia nude, grassocce, rosa, quasi rosse, a punti; quella carne bionda, prodiga di sé, alla luce, agli sguardi, ai contatti. La musica aspra, ir;ritante nella lucé vio– letta. Poi la carne soffice nelle braccia, consenziente, indifferente di lasciarsi stringere, macolare. Come non s'accorgev_:a del. suo· di-' sprezzo? Negli occhi che si alzavano incuriositi nei. suoi, pass~va· una lieve iro:µia compiacente, un po' amara,· che a lui· staserai sem- _ ,brava sinistra. E lui provava il bisogno di f~rle male, per yen~icarsi del disprezzo che gli dava di se stesso ; forse poiché era sé_ che disp:rrezzava, p.er- il gusto col quale à :Iidav:a.scrostando nelliai sùa carne _viva q-ael che c'era di, buono, dentro, per profa nado, allà luce; in quella luce viziata. - Ma che avete, stasera?, Non ·siete mai stato così Ìmioso. Che v'è successo in Ita.lia ? - Siete stata fuori spésso con Carlo'? Perché le faceva quelle domande? Voglia di soffrire, di. sen- . tirsi soffrire. . . · . - Oh~ Carlo! Mi dà sui nervi. !~ geloso. ~ Una bireve risa:Un·a,. secca, astuta. - È geloso anche di v>oi.A dar retta a lui noN d0,vrei più andar con nessuno. Ma io sono libera libera:, ' · Si chinò sul ,tavolino per scuotere 1a' cenerè della s!i:garetta e fargli Ja eortfideliza; ·a voce bassa : . . · BìbHoteca Gjno'Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy