Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932
VINOENT D'INDY (1851-1931). Non s'int.ende compiutamente lo spirito del progrn,rnma della (< ~chnla Cantorum ii se non si pensa al particolar momento di vita francese in cni essa nacque : momento torbido e inquieto dì crisi, di aspre c.ontese e di fiere recriminazioni fra gli attori della scena politica,, d'incertezza e di ·sgomento fra coloro che assisteva1Ìo co11 amarezza e con disgusto al tramontar d'ogni idealità d'ordine e di giustizia e nel generale naufragio non sapevano più a qual tavola di salvezza attaccarsi. La (< Schola Can– torum >> non fu, naturalmente, un raggruppamento politico, ma volle co– stituire un centro di mlliement, il punto di partenza di un ordine nuovo; e nel campo dell'arte si proponeva di fiancheggiare l'opera dei Barrès e dei Lemaitre contro lo stato tli anarchia intellettuale e morale di cui l'Affare era l'episodio culminante. Questo nuovo spirito di « tradizio– nalismo integrale>> emana ad ogni passo dal discorso che Vincent d'Indy pronunziava il 2 novembte 1900, inaugurandosi la nuova sede della « Schola », al numero 269 della Rue Saint-Jacques: discorso di un capo alla vigilia della battaglia, chiaro, deciso, perentorio, senza ombre e senza pia,cevolezze oratorie. Vincent d'Indy aveva allora cinquant'anni, ma ritengo che ne dimostrasse assai di meno, se penso all'ultima volta che lo vidi, eretto ed imperioso, al podio direttoriale: aveva quasi ot– tant'anni, ma sembravano, senza esagerazione, sessanta o poco più. Si può facilmente imaginare il seguito che quel discorso ebbe fra i giovani e il fàscino che allora l'insegnamento della « S{:hola >>esercitò su buon numero di musicisti francesi; si può anzi affermare ,che fu quello il solo insegnamento che avesse credito, anche fra gli avversari, per la serietà, il rigore metodico, la severità delle prove; lo stesso suo carattere chiuso riservato aristocratico contribuiva, a creare attorno alla nuova istituzione un'atmosfera di rispetto, e la vita, austeramente cattolica di tutti gli insegnanti faceva della « Schola », alle soglie del ventesimo secolo, nna specie di Port-Royal musicale in pieno Quartier Latino. Chi vuol notizie precise, dati statistici, non ha che da leggersi il rendiconto dell'attività della « Schola Cantorum » nel primo quarto di secolo della sua vita (La Sohola Cant01·u1n en 1925, par Y. d'Indy et quelques-nns de ses collabo– rateurs, Librairie Bloud et Gay, ·Parigi): allievi d'ogni parte del mondo, da Bucarest a Bogotà, da Stoccolma a Città del Capo, - e qualcuno d'essi giunto a non mediocre rinomanza, - esecuzioni di musiche an– tiche di cospicuo valore (di Monteverdi, primo _fra tutti, anche se in trascrizioni discutibili), edizioni di opere liturgiche, creazione di gruppi corali e di una srmdbilitù polifonica rncale che s·era pe1·dnta in Francia BibliotecaGino Bianco
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