Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932
Luoia rigore di pioggerella fine e diaccia che trasudava dalle nebbie a fior degli alberi e saliva su dalla terra. Col fare della sera ,Maria sentiva calare su di sé quella forza alla quale era necessario sottomettersi; quella soggezione dentro di lei, estranea, come una lampada bassa che si rialzava, la sera. Chinava il capo peso di torbida attesa su quell'impeto cieco, come per guardarlo, nel petto. Lui era travolto da un senso di malè trionfante, da una coscienza lucida di colpa, una colpa fervida, miracolosa, che lo piegava come un querciolo nella raffica. La mattina andava solo pei poggi, s'immergeva nei casta– gneti sòmmersi di vapori opachi, da pianta a pianta. Gli alberi gli venivano incontro con le grandi membra spoglie fisse in gesti di vita. Ai crinali rasi, pietrosi, ritrovava il sole, al disopra del mare di neb– bia che ondulava nelle valli, tra le :fiancate dei monti. Voleva bene a Maria come a un albero, a quegli alberi che si son sentiti vivere con noi, e si direbbe per noi; al noce che ombreggiava l'aia davanti a casa che era sempre una festa, tutti gli anni. quando lo bacchiavano, da bambini ; come alle cose dell'infanzia che ci aspettano a casa, quando si va per il mondo. In lei trovava la pace che agognano i vecchi che voglion tornare a morire dove son nati. A ritornare a casa, la sera, il benessere di sapere che l'avrebbe ritrovata per la strada, o al focolare, a aspettarlo, lo sentiva scorrere in sé diaccio e limpido come a sorsate l'acqua della fonte che sa di neve anche nei sol- · 1eoni. A guardare i crinali che s'abbarbagliavano di porpora, me– ravigliati, nel fare del crepuscolo, era come a sentirla empirsi di piacere e di stupore nelle sue braccia. La ritrovava in tutte le cose; nel sapore delle castagne arrostite spente nel frizzante del vin nuovo, nel fumo delle ca,rbonaie, odor dei suoi capelli; nell'umor dolce di una ciocca d'uva passita, si ritrova.va ragazzo, con lei bam– bina, che era sempre stata seria co me ora, e era rimasta a aspet– tarlo, per dargli la sua prima gioventù. A volte, al canto del fuoco, perso a pensare altrove, a sentirla dir qualche parola forse senza nemmeno capirla, era come se fosse lontano, in America, e a un tratto lo prendesse dal più profondo di sé una ventata di fragranza di bosco dai forteti autunnali suonanti di pennate. Quando rimanevano soli nella stanza invasa dalle grandi ombre del focolare, la crudeltà del distacco, di esser vicino a lei e di sentirsi lontano di già nella febbre della partenza, nell'ansietà del viaggio, si metteva fra loro. Allora non la poteva toccare, sentiva di far male anche a guardarla. Si distaccava da quello che gli aveva dato un'altra volta la vita, questa vita tanto più profonda nel suo essere di quella che stava per riprenderlo. Era come a ritrovare le sorgenti del suo sangue, come a rinascere un'altra volta dalla mamma, a ritrovare le sue barbe nella terra; e poi a reciderle, da sé. Era laggiù, di già, nella, città brillante di ricchezze e di avventure; nel sangue ferveva la sete dei guadagni, la vita affrettata, intensa, BibliotecaGino Bianco
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