Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931
Villa Beatrice 719 Pass_ò un anno. Appariva sempre più visibilmente che era una malata di cuore. Come già sua madre, così la servitù, il personale di fattoria spiegavano il cambiamento del suo carattere delle sue maniere, l'af- · ) I fabilità, l'affettuosità, con la malattia. La Raffaella arrivò un giorno a, dire: « Per mandar via l'orgoglio, non ci vuol altro che la paura di morire>>- La Teresina scattò. Dalla notte famosa in cui la bimba era stata sorpresa dalla difterite, ella aveva cambiato radicalmente opinione sul conto della signora. Secondo lei, era stato, prima la disperazione e poi la gioia della grazia, codesto passaggio a un tratto che aveva operato il mutamento in Beatrice; e anche il primo principio del male, secondo lei. era stato nell'emozione di - quella notte. - Quand' una è mamma, cara la mia signora Raffaella .... Tener in collo tutta una notte la propria creatura che muore e non poterle far nulla .... E la Raffaella s'era intenerita. Anche la signora Isabella non sapeva perdonarsi quello che aveva pensato e detto; avrebbe ora voluto non aver pensato e detto : ora che i dottori avevano riconosciuto che la figliola era veramente malata, e malata di cuore. Cercava di far dimenticare le sue pa- - role a, se stessa e al marito : « Eppure, in fondo, anche prima .... )). 11 marito le faceva cenno che non seguitasse: non poteva sentire; piangeva con quel pianto convulso dei vecchi : « Povera Bice !... ». Ora specialmente, la sentiva così sua figliola! Non più Maurilla, era lei, che insegnava a Barberina. E poi la conduceva con- sé a Firen7,e, dai nonni, e a Pisa per farle conoscere le cose belle delle due città,: a Livorno, a farle vedere il mare. L'aprirsi dell'anima di Barberina: i suoi stupori, i suoi entu– siasmi : una gioia che si rifletteva con mille sfaccettamenti dentro Beatrice. Accompagnava il marito, andava a riprenderlo : insieme si re– cavano quasi ogni settimana da Don Andrea: visite di e1:dpoi i bisognosi della parrocchfa a.vevan motivo di rallegrarsi. Usciva in auto anche sola, spesso: in auto perché a piedi una gita anche non lunga le era vietata: andava da Maurilla che era costretta ora a star in casa ad assister la suocera che s'era infermata; ·faceva le commissioni per l'amica, si tratteneva a far compagnia a lei e al- 1' inferma. Giornate piene : vita piena : e quello stato sereno della co– scienza - proprio un sereno di cielo - per cui se le avessero detto : « Ai dieci minuti prima di morire, profittane!», ella avrebbe con– tinuato tranquillamente a fare quello che in quel momento faceva. Ma la gioia più grande era sempre lo spettacolo di Barberina. Era cresciuta, in quell'anno, ch'era un piacere. Magra sempre BibliotecaGino Bianco
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