Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931
Villa Beatrice 695 nel quadro dell'orazione Ante Missam appeso al muro proprio da– vanti ai suoi occhi : né quella figura rappresentante Cristo sulla croce le diceva nulla. E lei perché era lì? Che cosa aveva da dire? - Ohe cosa ài da dirmi, :figliola '! - Nulla. Le era uscito anche dalla bocca : nulla. Ella non· ne avrebbe avuto certezza, se non avesse sentito di là dalla tendina tornare a lei la parola tradotta in un'altra : in quella, che era la vera. - Troppo. Tu non saresti costì inginocchiata, se tu non avessi avuto nulla da dirmi. Troppo ài da dirmi. Ai il cuore talmente op– presso che ti sembra impossibile toglierti _un così gran peso; e in– tanto, così, non puoi vivere. l~ vero ? Beatrice temé che. il confessore credesse una cosa diversa da quella sua vera : - Ma il mio non so neppure se sia peccato, non so neppure se sia una cosa della quale debba accusarmi. - Ohe importa, :figliola? Ai il cuore che ti duole: ed Egli non à detto solo : « Io sono venuto per i peccatori», ma à detto anche : << Venite a me tutti voi cbe siete affaticati e aggravati>>.... · Eran le stesse parole che le .avevano risonato nel cuore nei mo– menti di consolazione. - .... Ohi può sapere dove finisce la nostra sventura e comincia la nostra colpa ? - Ah! padre .... - È questo, è questo che ti tormenta? Nella condizione d'infe- licità in cui uno si trova, una, parte di colpa egli ce l'à sempre; eli– minata la colpa, anche l'infelicità diventa un'altra cosa. - Ma la mia infelicità, lei lo sa in che consiste? Non lo sa nessuno. - Qualcuno sì. - Ohi? - .Sei cristiana e me lo domandi ? Un leggero brivido serpeggiò addosso a Beatrice. La figura nella. stampa davanti ai suoi occhi s'era fatta viva. Per un momento, l'impressione anche ora d'una vicinanza, d'una presenza. ·- Apri, :figliola, il tuo cuore. Non perché Egli abbia bisogno delle tue parole, ma perché è un bisogno umano e perché anch'io possa aiutarti; e poi, perché è soltanto così, versando in altri il nostro dolore, che noi lo vediamo lucidamente, riconosciamo in quello la vera faccia, di noi, da rimanerne, noi stessi, sorpresi. Basta dir- tutto : essere spietatamente sinceri, arrivare alle radici del nostro dolore : è lì che dolore e peccato sono la stessa cosa : il nostro dolore e il nostro peccato, il dolore umano e il peccato umano. Ca– pisci, :figliola ? Ohe è dunque quello che soprattutt?. ti angoscia ? - Ohe io non posso più vivere. f.; diventata un'idea fissa, una ibliotecaGino Bianco
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