Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

694 B. Oicognani • un bicchier d'acqua, dopo che Romualdo, rinnovando le promesse e i patti, ebbe tenuta, nelle sne mani per cinque minuti la mano dr Don Andrea, e Barberina, sollecitata dal babbo, aveva baciato la mano al vecchio prete~ magro - « Cara, cara piccina! >>- proprio quando Don Andrea stava per uscire, Beatrice - erano soli - Permette? _cc Dica, signora. - Vorrei confessarmi, sùbito, orà. La faccia di Don Andrea si illuminò. - Mi vuol fare strada ? Beatrice gli fece stra,da. Di là, nel salotto, era arrivata rMaurilla : era stata anche lei alla messa in cappella e poi s'era fermata in fattoria. Romualdo parlava con gran calore di Don Andrea. Poi rimasero sole Barberina e Maurilla. Appena rimaste sole : - Perché, zia Milla, quel prete sa tutto? - Come sarebbe a dire ? - Eh ! Sa anche ~he ài fatto il vestito celeste alla Gigia .... CAPITOLO XIV. La cappella e la piccola sagrestia, tutte aperte perchè vi si rin– novasse l'aria viziata, odoravano di violacciocche. Mazzi di violac– ciocche eran profusi sopra l'altare: e ce n'era uno, di quelle cup.f dall'odore intenso, anche sull'armadino della sagrestia. E spere di sole e di ombra svariavano sulle pareti mentre dalle finestre pas– sava l'aria mossa e incostante d'aprile: una caldura per poco ferma, una vampata di sole e poi il trasvolare d'un -vento freddo e un'improvvisa acquata da, nuvolaglie in corsa. Don Andrea chiuse Ja porta che dalla piccola sagrestia metteva in cappella, chiuse la finestra. C'era, nella piccola sagrestia, un confessionale primitivo : Ùn inginocchiatoio, quello dove il cele– brante diceva le preghiere preparatorie e di ringraziamento, e ac– canto, con la spalliera al muro, una poltrona, bianca filettata d'oro come gli altri mobili ,della sagrestia; tra l'inginocchiatoio e la poltrona, più in alto, un braccio sottile di ferro nel qÙale scorreva per mezzo di campanelle una t<lndina viola. Don Andrea sedette nella poltrona, Beatrice s'inginocchiò. E Don Andrea tirò la tendina viola. Beatrice si trovava già in uno dei suoi consueti stati di impietri– mento. Col cuore arido, la mente inerte, fissava la figura che c'era BibliotecaGino Bianco

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