Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931
• Villa Beatrice 693 marito e a Barberina. Nella stanza da desinare era preparata la colazione anche per Don Andrea. Aspettarono che egli avesse finito il'' ringraziamento". Apparve gioioso, come leggermente inebriato; e scòrta Barberina : - Oh! è questa la cara piccina .... Ricorda la nonna con quegli occhi vivi. Occhi buoni: colore del cielo. Ma noi sappiamo che ella à un'altra cosa, anche, colore del cielo .... Oh! noi lo sappiamo .... L'aveva presa .per il ganascino e sorrideva del suo riso arguto. Barberina, da prima, a veder da vicino quel prete magro, col viso "erpetroso ", le bollicine in fronte, gli occhi scerpellini, aveva avuto un moto istintivo, di ritrosìa; ma poi, chi sa?, il tono della voce, forse quel ciuffo rado di capelli stenti, subito parve addome– sticata. E fissava ora, con quei suoi occhi celesti, il vecchio prete magro, e intanto pensava che cosa ella avesse, oltre a gli occhi, colore del cielo .... Gigia aveva .un vestito celeste: gliel'aveva fatto nuovo, giorni scorsi, Maurilla: com'è che il vecchio prete lo sapeva? Avrebbe avuto voglia di domandarglielo; ma poi, non per sugge– zione, ma perché la cosa non la persuadeva compiutamente, rimase zitta: però seguitava a pensare al vestito celeste e come quel vec– chio prete potesse saper certe cose. S'erano messi a tavola. Don Andrea mostrava d'interessarsi alle cose di Romualdo : come andava lo stabilimento, gli affari in gene– rale. Romualdo tornava a accusarsi d'aver trascurato una relazione cara a sua madre, cara a lui stesso, la relazione con una persona come Don Andrea .... - È inteso ormai ch'io sono un uomo di molte virtù .... E Romualdo fa~eva progetti : prometteva una visita : avrebbero anche .fissato un giorno in cui egli sarebbe andato a prendere Don Andrea in macchina e l'avrebbe portato a visitare lo stabilimento: - Ci tengo, deve promettermelo. Don Andrea prometteva. Beatrice evidentemente era altroYe. Non aveva toccato cibo. - Si sente male, signora? r - Mi Hento benissimo, grazie. Romualdo intervenne : - E allora perché non mangi '? - Perché non ò appetito. Era il tono della vecchia asprezza che tornava fuori. Don. An– drea, col canto dell'occhio, gettò uno sguardo rapido verso Bea– trice. Certo fino ai suoi orecchi eran giunte le voci sull'infelicità di quell'unione per colpa del carattere di lei; e forse non senza motivo era quella sua visita : atteneva forse al modo suo d'inten– dere i doveri di chi à cura d'anime. Romualdo riattaccò il discorso con Don Andrea. Quando Don Andrea ebbe finito di far colar .done e chiuso con Biblioteca Gino Bi~nco
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