Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931
690 B. Cicognani sarebbe avvenuto: ma, o prima o dopo, un giorno l'avrebbero di– certo trovata gonfio ammasso a galla nella vasca. Eppure ... Eppure ora una re sisten za in lei s'era svegliata. Istinto? O era una forza d'altra nat1 ;1.ra? Ella non era capace di fare, da sé, l'esame di coscienza. Questo sapev a: che in lei s'erano accese - e subito rispente - ma intanto avevan brillat.o - delle luci nuove : aiuti di cui fin allora non aveva avuto idea: misteriosi, da fuori di lei. Fug– gitivi : ma questa fuggitività non poteva essere .che dipendesse da lei ? Come ? Perché ? Eran domande nuove. Quelle stesse luci, quegli stessi aiuti le avevan lasciato il bisogno di farsi queste domande nuove: il bisogno d'una risposta: e lei da sé non era in grado di darsela. Son le risposte çhe si domandano ai medici dell'anima: e Bea– trice non conosceva altro medico dell'anima che il confessore. Ma se pensava a quel prete giovane di bella presenza che faceva sfoggio di belle parole, si sentiva il.isanimata e sprovvista : non le sarebbe mai stato possibile d'aprire l'anima, sua, di proporre una domanda, per lei così di vita o di morte, a uno a quel modo : le pareva che non fosse neppure un prete. E passava ore d'angoscia. Quella domenièa - la domenica delle Palme - a dir la messa alla cappella venne il priore da sé. Non c'era venuto mai, in quegli anni, il priore : era la prima_ volta. Beatrice non lo conosceva, non l'aveva mai visto. Per Romualdo invece, siccome eran tant'anni che don Andrea reggeva quella parrocchia - fino dai tempi della signora Bàrbera -, don Andrea era conoscenza vecchia. Appena che Romualdo aveva sentito che c'era il priore anziché il cappel– lano, gli era andato incontro, l'aveva fatto passar nel salotto, giù, della villa, l'aveva presentato a Beatrice: · - Il nostro priore.... Veramente noi siamo verso di lei vergo– gnosamente colpevoli. - Perché? - Non esser venuti, in cinque anni, tra poco, che siamo sposi, neppur a fare una visita d'ossequio a lei. .... -'- Per carità,, signor Romualdo! Dispiacque a me di non poter venire a battezzare la piccola Bàrbera .... lo so, lo so, che le è stato rimesso il nome della nonna : cara signora, la signora Bàrbera !._ .. ; mi dispiacque tanto: ma avevo un infermo che stava male. - E lei andò da chi più aveva bisogno di lei. - E .può essere stato, anche quello, uh atto di superbia. Come se nell'esercizio del ministero sacerdotale uno possa presumere di valer più d'un altro! Non siamo che degli strumenti. E Dio ama servir!'li, di solito, dei meno degni : cosi Egli è glorificato di più e toglie a noi i fumi della superbia. Una riprova che Dio si serve dei ~ ~ BibliotecaGino Bianco
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