Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931
Alla ricerca del vero Savonarola 661 ciamenti di vanità>>. Ma perché cercare giustificazioni e attenua– ,doni ai «bruciamenti>> di fra Girolamo ? La risposta è semplice. In quanto il Savonarola avrebbe esercitato un influsso profondo sull'arte del suo tempo e a lui immediatamente posteriore, da Bac– cio della Porta a Michelangelo e a Raffaello (si veda su questo argomento anche il notevole studio di -Mario Ferrara sull'influenza del Savonarola nella letteratura e nell'arte, nella sua antologia di Prediche e scritti del Savonarola), sarebbe statò un controsenso l' at– tribuirgli il carico di aver fatto ardere opere pregevoli. La verità è che anc6ra noi continuiamo a vaneggiare attorno ad un Savonarola fattizio, che resta con i piedi nel medioevo e protende le braccia verso un futuro oscillante da un ipotetico Rinascimento in contrasto con quello reale fin dove all'immaginazione dei biografi è piaciuto di arrivare. Si ponga mente all'ardua questione delle profezie, lo scoglio maggiore degli apologisti del Savonarola. Era egli sincero o no ? E se era sincero, come evitare di relegarlo tra quei fanatici esaltati, che soggiogavano l'anima delle folle super– stiziose con la predizione del futuro ? Se non era sincero, come sal– varlo dall'infamia di avere ingannato il popolo? Lo Schnitzer tenta di sciogliere il dilemma con un elegante diversivo. La concezione della profezia nel Savonarola è essenzialmente diversa da quella corrente, che faceva del profeta un vaticinatore. Profetare equiva– leva per lui ad annunziare da parte di Dio la volontà divina; « il profeta è soprattutto predicatore di penitenza e riformatore>> ; e tale fu il Savonarola. Ma con questo il dilemma resta, perché re– stano le profezie. E allora si cerca di dare ad esse il valore di strana previsione storica. Dopo la morte del frate, tutto il frutto della sua predicazione andò perduto. Firenze ridiventò sentina di vizi e di corruzione. << Pareva che ogni onesto vivere fosse proibito per legge e che non vi fosse maggiore vergogna e delitto più obbrobrioso che aver cre– duto al frate e desiderato la riforma della Chiesa>>- Questa, non che rinnovarsi, parve sfidare le collere divine. Pure il Savonarola aveva predetto che Firenze, prima flagellata, sarebbe poi risorta florida e potente come mai era stata; che la Chiesa punita da Dio si sarebbe rinnovata. Si avverarono queste profezie? e quando? Lasciamo la parola allo Schnitzer. « Effettivamente non passò molto tempo a,nc6ra che Firenze, sotto il dominio dei duchi e dei gran– duchi di casa Medici, ebbe tale un incremento di potenza politica e di benessere, che né Cosimo il Vecchio né Lorenzo il Magnifico aYreb– bero neppure osato sperare. Anche il rinnovamento religioso, pre– dicato sempre energicamente dal frate, fu in qualche modo realiz– zato dal Concilio di Trento)). Dunque: la Firenze rinnovata del Sa.Yonarola, _spietato n_emico dei Medici e della tirannide medicea, sarebbe proprio quella ridotta
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