Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

660 A. Pa,nella invece contribuito a da,re al Rinascimento originalità e universa– lità, è prègato di leggere il capitolo dello. Schnitzer « .Savonarola, l'Umanesimo e la Scienza)). L'orrore del paganesimo fa del Savo– narola un nemico irreconciliabile. non soltanto degli studi umani– stici, ma anche della' scienza profana in generale. I capolavori della classicità, anche quando non sono fomite di corruzione (ché, in questo caso, è da consigliare il rimedio eroico del fuoco purifica– tore) .vanno tenuti al bando. Tutto ciò che può guastare quella « sancta simplicitas >> che è il fondamento della salvezza eterna, è da relegare tra le cose inutili. « Se si chieda ora se le sèienze che i pa– gani coltivarono siano, indispensabili alla religione cristiana, ri– spondo negativamente,- perché, giusta la disposizione di Cristo, po– chi sacramenti e il precetto della carità bastano alla salute H. Tutt'al più, si potrebbe ammettere che << si scegliessero solo alcuni meglio dotati per studiare con la teologia anche le dette scienze, per con- - futare i sofismi ereticali)). Perché << là fede è superiore ad ogni filosofia)), i << veri filosofi sono solo i santi>> e << le scienze del mondo non sono che ombre di quella unica vera sapienza, che è insita nella. fede in Cristo)). Donde la paura dell'eccessivo diffondersi della cul– tura profana. << Troppi libri vi sono, e sarebbe grandissima fortuna per la fede cristiana se molti di essi, per quanto sotto certi punti di vista possano i essere pregiati, fossero distrutti. Quando non v'erano anc6rà così tanti libri, la fede faceva progressi assai mag– giori che non più tardi; è stata proprio .la sapienza umana che ha devastata la Chiesa)). Ed ecco allora spiegati anche i << bruciamenti d~lle vanità>>, dove andarono perdute opere pregevoli, né dovrebbe impressionare . .Scrive lo Schnitzer che in quei roghi non furono distrutte vere opere d'arte e soggiunge, in una nota, che le << vanità consistevano per buona parte in vecchie cose fuor d'uso, che venivano date volentieri ai fan– ciulli>>. Però non dovevano essere cose fuor d'uso i libri del Boc– caccio, del Petrarca, del Pulci; i << ritratti di belle fiorentine dovuti ad eccellentissimi artefici pittori e scultori>>; i << panni forestieri preziosissimi con figurazioni impudiche>>; le << sculture e pitture ed altre cose di valore)), anzi di tanto valore da invogliare un mercante Yeneziano a chiederle in vendita alla Signoria, offrendo la bella somma di ventimila ducati. Qt~esto nel primo <<bruciamento>>; nel secondo, troviamo << alcune teste di .sculture di donne antiche, e bellissime, come la bella Bencina, la Lena ,Morella, la bella Bina, la Maria de Lenzi, et altre sculpite in marmi di valentissimi scultori. Eravi tal Petra,rca co·sì adorno d'oro e di miniature che valeva cin– quanta scudi, ecc.)). Infine (ci assicura lo stesso 1Schnitzer) che B~– cio della Porta, « come gli altri artisti)), offrì dei nudi per i bru– ciamenti. Sì,· sta bene; altri frati prima del ,Savonarola avevano accompagnato le loro predicazioni cli penitenza con questi << bru- BibliotecaGino Bianco

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