Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931
Il mare 653 come in quella di Benvenuto, ella doveva rappresentare forse l'aspi– ra,zione vaga a un essere di essenza diversa, estraneo e pur fami– liare; il mare ci dava questo stato d'animo primordiale. Ma mi parve che per lei fosse più difficile adattà.rsi a queste cose, perché una volta, trovandoci soli, mi disse : - Ma insomma, lei non ha capito che io amo quel ragazzo, che lo amo pazzamente! .Non so quanti uomini abbiano avuto una Rimile confidenza da una donna; e per quanto la donna sia indifferente, non si possono asr,oltare tali parole senza esser presi da sbigottimento, da furore e da gelosia, senza che per questo vi sia amore. Io insorsi: aveva fatto male a non partire prima; ecco dove l'aveva trascinata la sua leggerezza. - È colpa tutta sua, - disse puntandomi contro la mano. - Mia ? - Ma avev.o capito quel che voleva dire. - Ed è colpa di questo, anche, - disse volgendosi al mare come se fosse vivo. Io sono una provinciale, - aggiunse, - e non sono abituata a queste cose. Io non verrò mai più qui, mai più. - Del resto, - dir:-siio senza guardarla, - del resto lei sa quello che deve fare. - Mi guardò come si guarda un cattivo maestro, come se io l'avessi ingannata, e con un muto rimprovero negli occhi mi rispose: - Va belfe. - Aggiunsi maligno: - Che c'è di male? - Ma da questo momento io l'avevo veduta altrimenti; l'amore confessato a quel modo dà un'espressione ingorda; ella aveva fatto le guancie rosse. Mi diede una profonda ripugnanza. Da allora la cercai poco, ma, per quanto facessi, la strettezza del paese, le sue strade obbligate, mi costringevano a incontrarla. Alla mia età, anche ad avere poca esperienza, si capisce lucidamente tutto dei rapporti fra uomo e donna, solo a guardarli. Benvenuto andava la sera col suo lanternino a qualche convegno (vedevo le sue gambe ancora nude ma già virili nel cerchio di luce della lan– terna); mi salutava come di soprassalto; ella verso il tramonto scende,~a al mare, con passo pigro, quasi contro voglia, e pareva che un braccio invisibile, cingendole la vita, la facesse procedere con le spalle all'indietro, in una posa di abbandono. Aveva un pallore sbigottito e fuggente; sorrideva talvolta vagamente, e atteggiava le labbra come se pronunziasse una parola dolcissima. Dalla mia terrazza vedevo la loro barca andare al largo, che si posava per le piccole spiagge remote fra quinte di scogli, in una peregrinazione spaurita. Tornavano al tramonto. Con una lucidità che era quasi una seconda vista, mi figuravo i loro approdi inquieti, la solitudine di quelle contrade piene soltanto della voce del mare, la voce dei rivi, la scoperta dei fiori nella valle umida; ella sedeva e si acco– modava la veste sulle ginocchia in un atto che è assai più del sem– plfre pudore con cui le donne si difendono dagli sguardi profani : il rispetto materno per gli adolescenti. Vedevo questo con la luci– dità e la certezza che dà all'uomo il sentimento di essere avanti BibliotecaGino Bianco
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