Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931
G50 O. Alvaro lo so. Così le avrei detto. Ma ecco che immaginando la scena trovavo a fatica le parole che avrei detto, e queste che pensavo erano piut– tosto una musica, suoni irragionevoli. Fra di noi, su quella spiaggia, accadeva qualche cosa, ma esisteva senza parole e senza possibilità · di spiegazioni. Andando all'appuntamento avvertivo nell'aria pro– fumi ben distinti rimasti nell'aria <la qualche passaggio, come .nu– volette dense e invisibili; a un certo punto distinsi il profumo di Hélène, un odore che potrei definire: era avviluppato da una su– perficie di odore aspro, arso, direi d'incenso e d'ambra, ma superato questo primo viluppo, vi correva entro una vena fresca di odor vegetale, come un succhio entro la scorza d'una pianta, o una sor– gente d'afqua in una roccia battuta dal sole.. Quando arrivai, Alda era a.,lsuo posto, e non come l'avevo veduta la sera innanzi, mari– dente, e camminava accanto a me con un passo che la sabbia rendeva pericolante; camminando muoveva come un'aletta il brac– cio destro, e l'altro teneva puntàto sul fianco. Io ero contento che mi camminasse vicina, e sentivo quasi d'essere un suo protettore. Alda disse subito ·scherzosamente : - Ma sa che quel suo Ben– venuto è un ragazzo curioso? Perché qualcuno non gl'insegna un po' cli buone maniere? È presuntuoso, parla ad alta voce, è goffo. Glielo insegni lei, ad essere un. uomo. Non sarebbe un brutto ra– gazzo, del resto. - Questo principio mi dette fastidio. Ella men– tiva, dunque l'amava. Il rumore del mare si prendeva gioco di me, e faceva un verso continuo, come se ripetesse sullo stesso tono di canzonatura un ritornello. Ella voleva sapere, in verità, chi fosse• questo giovanetto; un brav9 ragazzo, di famiglia distinta, ma si sa, come tutti i ragazzi d'oggi che sono sempre un po' presuntuosi; non come ai nostri tempi, quando eravamo ragazzi noi. Era questo che Yoleva sapere da me. Una cosa su cui ambedue convenimmo, era che fosse un bel ragazzo. - -Ma è stupido, - ella disse a un certo punto; - come si fa ad essere così stupidi? - Disse queste parole amorevolmente, come se a questo vi fosse rimedio, come se, anzi, proprio questo la intenerisse. Io conoscevo l'espressione che prese il viso di lei : come se si rischiarasse, si spianasse : la stessa espres- 8ione dei ragazzi che hanno ricevuto un dono da lungo tempo desi– derato; questo le tornava dalla sua giovinezza più tenera; impen– satamente, aveva una novità e una freschezza di cosa tenuta gelo– samente in serbo. Certo ella soffriva come me di quell'inquietudine che èi aveva preso tutti. Le dissi a un certo punto: - Non vede? Tutti qui soffriamo. - Superata la roccia che sbarrava la spiag– gia, pervenimmo allo .scoglio dove ella s~era asciugata al sole dopo il suo bagno con Benvenuto. Vedemmo una fiamma poco discosto, sulla piattaforma d'una roccia; un uomo e una donna stavano presso quel fuoco. - Ma quella è Hélène - dissi io. Ella era infatti là col suo marinaio, ella andò a prendere dèlla sabbia da buttare BibliotecaGino Bianco
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