Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931
Il mare 645 Costèi rimane tranquilla, il sole non l'abbatte, vi scherza come scbiwza con l'acqua. Quando è sera si mette a guardare il mare, lo spia al mutar della luce nel tramonto,- fino a quando l'ombra è divenuta quasi palpabile, e tutti ci ritroviamo sulla terrazza del caffè. Sul muro del caffè si leggono vecchie iscrizioni, domande, im– plorazioni, esclamazioni rivolte a donne, in due o tre lingue. Posso ·spP,1·a,re ? Quando verrete ? Amor mio ! Le risposte dicono di sì e di no, certe volte segnano soltanto un'ora, una data. O vi sono scritte che raccontano come un tale è stato tradito da una donna. Sem– brano iscrizioni di molti e molti anni fa, addirittura di quelle che si leggono a Pompei. Accanto a me un uomo guarda il mare con un librn davanti. Un altro Rta dando fondo a una bottiglia di vino : ha gli occhi azzurri, le labbra tumide e rosee, come se il vino lo ricac– ciasse in un'eterna infanzia. Quasi nessuno parla. A un certo punto arriva uno straniero che ha l'abitudine di buttarsi vestito in mare quando è ubbriaco, e ha stipendiato un marinaio che lo tragga in - salvo. Ha avuto un dolore d'amore, e non riesce a rassegnarsi. An– che oggi è fradicio d'acqua, per quanto vestito inappuntabilmente. Non può andar via di qui perché qui fu felice con una donna, e poi perché ha molti debiti, dicono ventimila lire di solo vino. Siamo tutti un poco malati. Non ci guardiamo neppure. Le donne buttano qualche occhiata a noi uomini con una specie d'odio e risentimento, ci si sente colpevoli verso di loro, tutti insieme, d'un vecchio delitto che non sappiamo come sia accaduto. Fra di loro esse si abbracciano, se ne vanno abbracciate pei vicoli del paese, e le chiome toccano le chiome. La nuova venuta si chiama Hélène. Non si sa bene di dove sia. chi dice spagnuola, chi argentina. Questo nome è un suo nuovo orna– mento; è circolato sulla spiaggia, e noialtri uomini, che di rado ci scambiamo parole, ce lo siamo confermato; abbiamo trovato natu– rale che si chiami così, questo nome le appartiene come la sua col– laua, le sta bene allo stesso modo; per quanto sia bruna, noialtri abbia.mo in mente Elena bionda, e a Elena troiana si pensa senza volerlo; c i pare che dietro a costei vi siano state lotte e guerre, un litigio non anco finito. P~r comunicarci questa notizia ci siamo rivolta la parola tre persone prima indifferenti ed estranee, perché la luce, quando è grande come su questo mare, fa sole le persone e le chiude come in un cristallo. Ci siamo messi tutti e tre a contem– plarla; a turno volgiamo gli occhi a lei, ·a turno ella ci guarda, vaga con gli occhi smarriti -su di noi, batte le palpebre; ognuno di noi va via contento, ognuno di noi ripete le frasi : È bella; è ben fatta; vestita non si direbbe, sembra magrissima, e invece .... Purché cambi d'un nonnulla la veste o l'acconciatura, che si metta un filo d'or9 al polso, che il suo sandalo marino sia rosa anziché azzurro, ci ibllotecaGino Bianco
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