Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931
B. ORÉMIEUX, lnquiétude et reoonstruotion 765 revisionismo, il definirsi del problema della collaborazione europea, il giungere all'estremo e il chial'irsi della crisi economica, lo stabilirsi .drl- 1'importanza mondiale del fascismo e dei soviet, il dilagare del cinema-– tografo parlante. Gli stessi maestri letterari sono interpretati diversa– mente: Gide come umanista e nuovo Goethe, Proust come moralista dell'arte. Attraverso la crisi ogni nuova moralf' ha preso una, indistrut– tibile base individualista: ma oramai l'individuo, la monade, per dir col Crémieux, va rifacendo il suo mondo. _ Posto così il suo schema in un primo saggio affrettato, il Crémieux lo colorisce nei successivi, determinando prima i vari caratteri dell'inquie– tudine, e poi notando e commentando gli accenni alla ricostruzione. Le forme dell'inquietudine sono cercate dal Crémieux con la criti<::a ai libri e con scrutinii sui risultati d'inchies,te tra la gioventù. Si negò che il proprio pensiero abbia valore universale: g·li inte.ressi d'un gruppo, d'una nazione, d'una classe, e quindi auche il- pensiero, la coltura, e le arti che ne derivano, non hanno niente di '.'-Omunecon gli altri gruppi, classi e nazioni, e tutt'al più possono esser diffusi imponendoli. Questo attaccamento al particolare non ha però nulla d'anarchico, perché sup– pone il servizio d'interessi precostituiti e ·parzialmente comuni. Più interna e intellettuale è l'inquietudine espressa dal dadaismo : che predica la ripugnanza a eleggere aspetti determinati d'azione e di pensiero, considerandoli tutti come diminuzioni di quella generica dispo– sizione ad agire che sola sarebbe degna, e che precede le limitazioni del– l'intelligenza. L'evasione perpetua, l'avventura presa come mo·rale a ,:e stessa, la scelta fatta non per motivo ma per accomodamento, furono rappresentate dall'arte dei dadaisti e degli autori meno estremi ma .'l. loro affini : protagonisti ne, furono uomini studiatamente vuoti in flC' stessi, ma docili come gli specchi all'infinito gioco delle influenze e, perché vuoti, pronti a dissolversi nei mari monotoni e misti~i del nir– vana orientale o della vita istintiva. · Ultimo aspetto della crisi qui esaminato è la dissoluzione della per– sonalità: per cui, sottoposti ad esame, tut:ti i moti dell'animo s,i son rivelati insieme veri e falsi, e impotenti a forma,re un determinato ca– rattere se :o,onper connessioni intellettua.Ii e arbitrarie. L'a,rte diventa l'annota,zione delle discordi vite immaginarie che suggerisce l'incosciente, e nei veri artisti prende unità ·solo dalla costanza d'un certo suono o <,olore. Colorite cosi le forme di crisi, si coloriscono i prodromi della rico– struzione. Primo il ritorno al cattolicesimo, che è forse il più semplice, e rappresenta un'inversione, un'elezione gratuita dell'intelligenza prima negata. Più faticoso è il districarsi d'aspetti nati dall'inquietudine, ma ormai positivi: tra cui la tendenza, dell'arte a, trarre il tipo dell'i:o,qui<>– tudine e farne il bilancio, anziché subirla passi~amente. Par generale il rifiuto di dar nuovo credito alle eredità di coltura corrose, e la tendenza a documentarsi ex-novo, partendo dalle più semplici esperienze. Si tende insieme a ricostruire uno spirito europeo: esaminando, per opera dei viaggiatori, i caratteri dei diversi popoli, e prendendo nozione delle diversità con l'affermarle:· o in resta,m·azioni neo-classiche, che definendo l'Europa come cattolica, latina, occidentale,, antigermanica, liotecaGino Bianco
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