Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

760 G. S'l'UP.A.RICH, Gu~rra del '15 della verità: evidente riprova che que11'-ètica serietà è diventata, come , si dice, natura, s'è elevata a carattere. In virtù di tutto questo dunque il diario dello Stuparich possiede un accento suo proprio, un timbro in.confondibile. Esso s'inizia a,i primi di giugno e dura due mesi; la zona descritta è quella che va dalle Cave di ,Selz agli acquitrini del Lisert, il settore di Monfalcone. Dire che in– ferno fosse questa estrema zona orientale della nostra guerra è super– fluo: e pa.rafraseremmo il libro. Lo Stuparich ci arriva ai primi di giug·no; i brevi pezzi del diario in cui. si descrive il viaggio da Roma a Ceryiguano dicmio già l'animo con cui l'autore s'!J,vvicina alla guerra. Serietà, senso del dovere, umana sensibilità, delicatezza e generosità, di sentimenti, il fondo umano del libro insomma, si delinea già da queste pagine; dalle quali già è dato jntuire come questo soldato triestino si comporterà çli fronte al nemico. Ma questo, che potrebbe costituire ·un difetto del diario, nn fatale difetto, in quanto ci- dà subito il tono del– l'a.nimo del combatteµte, la sua calma a.ttenzione alle -cose, la su.a virile nul'.,linconia, il sentimento delicato d'amièizia,. l'intima persuasione di compiere un dovere prescelto (e questi sono i principali elementi umani onde vibra tutto il diario insieme -con quello, tenera nota .del libro, dell'affetto per la madre e per il fratello Carlo che è con lui), tutto questo, anche se noi lo veniamo a conoscere sin da,l principio, quarido poi nell'in– treccio degli avvenimenti avrà modo di prodursi, ciò avv,errà senza a,1- cuna nostrai sorpresa, e non ci sembrerà mai una ripetizione; ogni fatto · particolare, un assalto, una marcia d'avvicinamento, una pausa in trincea, unriposo, il minuto intrecciarsi dei fatti d'ogni giorno insomma, troveranno il diarista continuamente sensibile e pronto a disporsi di fronte alle cose con un sentimento d'adesione, a cogliere ogni cosa con un senso costante della verità. Uomini e sentimenti gli si dispongono nel loro lato più naturale; ma nulla gli è mai. indifferente; anche dove egli descrive un paesaggio, e la frase gar,eggia con certe intonazioni di acque e di boschi, e si fa trasparente e delicata e aocusa quasi un prin– cipio di compiacenza letteraria, il reale sentimento che lo porta a coteste contemplazioni è sempre una, partecipazione dell'animo, non una vi– sione degli occhi, un gusto paesistico. È per questo ,che le sue descrizioni, brevi, e talvolta vibranti di finezze cl.ap• astello, si fondono con l'elemento umano del libro, fanno cori·esso unità. Materia compatta: questa è l'im– pressi9i1e che si ricava da questo diariQ. Nel quale un progresso, un intimo progresso pure c'è; ed è dato dal fatto più naturale. L'animo col quale lo Stuparich va in guerra s'è detto che è serio, inattaccabile dalle ·rettoriche, severo. Egli non si fa illusioni; tuttavia, la speranzai di un'azione decisiva nelle prime pagine s'avverte. Il desiderio vi tende con uno slancio totale; ma rapidamente l'esperienza lo soffoca. Gli bastano le prime azioni per capire quale sarà, la guerra: guerra di posizioni, di lento maceramento. I reiterati attacchi a quota 121, come- sfiancano il battaglione, gli dànno netta questa sen– sazione. E dopo poco più d'un mese potrà scrivere : « Il sole nasce in _una fostosità di luci e ringiovanisce l'aria e la terra, ma non i nostri cuori di soldati stanòh,i. Solo un'esaltata, marcia in avanti potrebbe ringiovanirli >>. Quel progresso dunque consiste nel cadere d'una spe- BibliotecaGino Bianco

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