Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

744 B. CROCE, Alessandro !lfanzoni tutta la sua attenzione sopra lo schema e la struttura esteriore del- 1' opera m anzoniana, t rascurandone la sostanza più viva e concreta. Tutto intento a ragiona.re la sua tesi polemica, egli accenna di passata al– l'« importanza do cumentaria» del libro « come precedente teorico dei Prornessi Sposi», ma s'affretta s1ùbito a definirlo « un pensurn da con– vertito ii : senza ricordare che in esso il Manzoni ha portato non soltanto la sua sottigliezza, .talora .sofistica, di ragionatore, bensì anche (che più importa) la sua esperienza dell'anima umana, il suo dono di osservatore fine e penetrante degli atti e, dei propositi, nei motivi palesi ed occulti che li ispirano, e dei traviamenti logie.i a, cui le passioni e le aspirazioni pratiche conducono l'uomo senza ch'egli se n'avveda. Anche nelle Osse·r– vazioni compare insomma quella meditazione commossa e cauta della psicologia umana, che è la maggior virtù del Manzoni ragionatore e il punto di partenza più frequente della sua stessa poesia,. Le pagine più interessanti, per questo riguarrlo, della M o-rale Cattolica furon già quasi tutte indica,t(" e messe nel dovuto rilievo dalla critica a,ttenta e amorosa del Momigliàno; son pagine d'una, psicologia prettamente cattolica (e p_erciòdifficilmente comprensibile da menti di diversa indole e educazione) scaltrita e accanita, da una secolare tradizione di esami di coscienza e di meditazioni sugli scrupoli, a discernere il male sotto le false appa– renze di oene, e pur pietosa verso i peccatori, di quella pietà che nasce dal senso della debolezza e miseria comune. Qui è, credo, il valore essen– ziale delle Osservaz-ioni : i.n certi periodi commossi, in talune notazioni penetranti, in qualche frase anche che un lampo d'ironia sottolinea e rende più umana e quasi sorridente. Qui anche bisogna vedere il punto nel quale più vivamente il Manzoni s'accosta alla materia del suo ragio– namento e riesce ad afferrarla con ma,ggior concretezza, ed è quindi più veramente filosofo. Non ha torto, ad esempio, secondo. noi, il Fossi, quando osserva che, nella famosa appendice al 3° capitolo, la tratta– zione dei rapporti fra l'utile e la morale è spesso aeuta e stringente e quà e là precorre certe moderne soluzioni del problema. Alio stesso modo, in un altro campo, confutando le teorie dei .sensisti sulla lingua il Manzoni giung·e a concetti nuovi e profondì. E nell'uno e nell'altro ciaso però son sempre scoperte analitiche occasionali frammentarie, · spesso anzi in ,contra.sto con il nucleo centrale delle idee dell'autore: filosofia spicciola, per cosi dire, ed intuitiva, nata in margine alI'osservazione psicologica. · La reazione polemica suscitata dall'ultimo saggio crociano, reazione esagerata ed unilaterale, ha impedito tra l'altro che, nell'occasione di questa ristampa, venissero riposte in discussione le altre e non meno importanti conclusioni del Croce sul poeta, sullo storico, sul teorico della lingua. Vero è che il giudizio del critico negli ultimi due argo– menti è già entrato a poco a poco nella convinzione dei più e solo potrà esser corretto nella sua severità e integrato in qualche modo dalle osser– vazioni del Momigliano che, delle opere storiche e filologiche manzo– niane, ha notato con l'attenzione e la ,finezza consuete i meriti e le bellezze parziali. Meglio si presterebbe a discussione (e sarebbe polemica più interessante ed utile che non quella sulle -idee o sulla filosofia del BibliotecaGinò Bianco

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