Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

734 M. Ortiz Resta a vedere dove e Llachi potranno essere almeno impiantati e av– via,ti questi bei lavori così utili alla eultura, così necessarii, a rialzare il tono dei nostri Istituti, e che, se pur giganteschi, non sono utopi!itici (li compiono gi:\ altre Biblioteche) ma che bisogna guardarsi dall'intrapren– dere con leggerezza e senza i mezzi sufficienti. Io credo -che le imprese - quanto più si annunziano grandiosr e degne dello sforzo di una grande • Nazione, tanto maggiori probabilità hanno di imporsi al desiderio ed ottenere i mezzi di attuazione. Non abbiamo personale per i lavori più urgenti di ogni giorno; non abbiamo una Biblioteca che possa materialmente ospitare uno cli questi importanti lavori. Le due Na.zionali Centrali di Firenze e cli ,Roma, che \ sa.1,ebbero le sedi naturalmente designate pei due primi almeno, sof- frono una crisi cli spazio così acuta che non si può fare alcun assegna~ mento su di esse prima che abbiano risoluto il problema vitale ed ur- gente della loro sede clefin itivfb. Vivono forse fuori del mondo i Bibliote- cal"ii per formare in ta.li angustie tali grandiosi progetti? No, è bene che sin da @ra si facciano gli studii per i grandi e necessarii lavo-ri già esposti, perché, quando si vorrà risolvere radicalmente i due problemi del personale e degli edifici, si possa tener conto anche del fabbisognQ di essi. Si pensi che, nell~ città di Roma, così ricca di Biblioteche, manche– rebbe oggi perfino una Sezione di Consultazione sufficiente per i lavori progettati. La Vittorio Emanuele ebbe nel 1910, per merito dell'attuale Direttore di ,essa, Gfuliano Bonazzi, una Sala- di .Studio, che rappresentò in quel momento un vero beneficio per gli studiosi, e ehs,,anche oggi è apprezzabile mezzo di lavoro. La Casanatense ha anch'essa da poco, per merito del suo Direttore, Luigi De Gregori, una Sala di Consulta– zione molto buona specie per gli studii sulla, Storia della Chiesa. Tutte e due le Biblioteche hanno delle Sezioni di Bibliografia abbastanza svi– luppate, frazionate purtroppo in tante stanMtte, e potrebbero essere agevolmente l'una e l'altra triplicate se ci fosse spazio da collocarvi le opere dei vecchi fondi. 'ruttavia quanti a Roma facciamo un certo genere di studii sappiàmo che, se vogliamo guadagnar tempo e lavorare bene, dobbiamo levarci presto e correre alla Vaticana, per servirci d,ella sua ricca e ben disposta Biblioteca consultativa, senza di cui la Vatica,na stessa non sarebbe al caso di compiere i 'lavori bibliografici che tutti ammiriamo. La storja di questa sezione consultativa fu rifatta da Monsignor En– rico Carusi, scrittore della Vaticana, ai Congressisti, ed io la trovo per noi Bibliotecarii particolarmente istruttiva. È la storia di una per. severanza, di 1.macontinuità ùi sforzo· che clu:r-a. fin dal 1890. La iniziò il Padre Ehrle, e non risparmiò visite a Biblioteche italiane e straniere prima di .fissarne le linee, e, dal 1890 ad oggi, si è venuta sempre au– menfanclo, perfezionando, arricchendo. 'Mentre la Sala cli Studio della Vittorio Emanuele, allestita quasi miracolosamente in breve tempo (non più di sei mesi, a, quanto ricordo) è rimasta essenzialmente quale fu formata nel 1910. Sono mancati quasi del tutto sviluppi e perfezio– na,menti. Forse, se invece di confinare colla « Crociera ii, la parte mo– numentale cioè, dell'antica Biblioteca Gesuitica, avesse avuto dello spa- BibliotecaGino Bianc

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