Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931
584 B. Cicogna11,i - La, signora M~urilla !... - Non passo, non passo. Soltanto volevo sapere una cosa: mi sono scordato cli domandarla alla signora Iginia. - -Mi dica. - Volevo sapere che nome ànno messo alla bimba. - Barberina. - Barberina. - E il viso di Maurilla s'irrndiò. - Bello! Tante grazie, tata. - E se n'andò cou una specie d'incanto che le ingran– diva gli occhi, con un invito di tenerezza atla gola, appena sfiorando la ghiaia, tra sé ripetendo « Bello !)). Nel parco gli uccellini ciangottavano. Era sera tardi e la bambina non accenrnwa a attaccarsi. Non c'era verso. Aveva ripreso a piangere in un modo che ora faceva, davvero pena. La signora Iginia, uscita per un'ora o due, era tor– nata per sorvegliare un momento così decisivo. Accostata al petto, materno, la piccina faceva qualche tentativo per attaccarsi; ma sùbito abbandonava ricominciando a piangere. E Beatrice, appena la bimba applicava le labbra al capezzolo -- quelle labbruzze che non erano nulla - aveva l'impressione d'una ventosa che le aspi– rasse il sangue: uno stiramento -al petto che le corrispondeva in mezzo al cervello. Non diceva nulla, secondo H suò solito: soltanto si mordeva i labbri; e quando la bimba lasciava di succhiartq, si pas- sava il fazzoletto sopra la frònte in sudore. _ - · \ La signora Isabella, Romualdo, assistevano. Tutti avevano il pensiero ana creatura : nessuno sembrava a,vvèrtire il patir della. madre; -'- Forse è troppo debole. Beatrice guardò Romualdo, ma non disse nulla. ,---La bambina non è affatto debole : piuttosto il capezzolo anco:ra, non è forma.to è poi.. .. m'ingannerò .... ma latte .... E la signora Iginia scosse la testa come -fa chi nega. Un gran dolore per Romualdo:, egli aveva sempre detto a se stesso ed agri altri : « La moglie che piglierò io, deve allattare, dev'esser la balia della sua creatura)); eglf aveva semprè dato un'importanza grande all'allattamento; annetteva a quello ùn'in– fluenzi:l,enorme-per la formazione e lo sviluppo fisico e morale della creatura. Gli era piaciuta Beatrice anche perché a quell'aspetto. ,suo florido, quasi matronale, l'aveva giudicata una madre che- avrebbe allattato da sé; e invece ecco che dopo aver portato a mala pena a formazione un esserino minuscolo, non era in grado– neppure di rilevarlo. E guardava quel seno magnifico che promet- - teva tanto : e come egli non aveva mai su quello riposato il capo, così quel seno era sterile per la creatJJ,ra : frigido e sterile. E senq1 che neppure egli se ne rendesse conto, qualche cosa si gelò in BibJiotecaGino-Bianco
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