Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

582 B. Oicognani La voce s'era sparsa ch'era nata una creatura stenta, che se ' campava era un miracolo; e non ci fu uno che dell'essere nata così la creatura non ritenesse responsabile Beatrice. Alla Raffaella e alla Teresina era stata f3(tta vedere la bimba. Romualdo era lì che vedeva con gli oc0hi dell'amore: e quelle non riuscivano a vincere lo strin– gimento che provavano davanti all'abortino. Appena fuori di ca– mera si guardaron negli occhi stringendo le labbra con quella mossa che rende inutile qualunque parola. Dall'una bocca all'altra, nelle stanze giù del servizio e in fat– toria, corsero gli appellativi: affettuosi, se il compianto era per la creatura: « ranocchino >>« grillino '>>;cattivi, se il pensiero andava alla madre : « un sudiciumino >> fino, addirittura, a « uno scaraboc– chio)). Ma quello che inteneriva tutti era lo spettacolo del babbo, il quale pareva che non capisse in 1 sé dalla gioia, e quando s'im– batteva in uno dei dipendenti: « Piccina, sai, aiutami a dire pic– cina; ma se tu vedessi che amore!>> E quello sentiva un'uggiolina dentro e non sapeva· che dire: atteggiava la bocca a un sorriso seemo. « Non mi dài neppure il mirallegro, non c'è stato uno che mi sia venuto incontro a darmi il mirallegro ! >>E aveva ordinato, s'era, risaputo, al direttore dello stabilimento che gli operai, quel giorno, avessero :{)agadoppia e che lo stabilimento, la sera, venisse illuminato come nelle grandi solennità; aveva chiamato il fattore e aveva disposto che a ogni massaia fossero date cinquecento lire, e una regalìa pure al guardia- e a tutti gli opranti. « A te e al babbo mille; alla Raffaella, a Guglielmo, a tutti gli altri di casa ci penso da me)). La notizia s'era diffusa in un batter d'occhio: e tutti avevano avuto l'impressione che la giornata fosse !3inchepiù bella di quel che non era sembrata fin a quel momento : un sole, proprio da sentirsi riavere. Maurilla arrivò nel pomeriggio: tutta insciallata, con la voce roca. « ò visto l'orco>>- Da due giorni era stata presa da un raffred– doraccio : « Invece del capo, mi par d'avere un paniere che gronda>>– Il marito l'aveva fatta stare a letto.,« Ma se non ò febbre!>>. Aveva obbedito : ma che sacrifizio per lei' non esser presente, non poter essere utile! Ella aveva vagheggiato l'idea di raccogliere, lei, il nuovo nato, di fargli, lei, ·il bagno, di presentarlo, lei, tutto lindo e infioccato alla mamma. Pia,nge_va a pensare che, invece, era co– stretta a star lì, sotto ]e coperte, a sudare. Quand'ebbe saputo del parto e che era nata una bimba, uno scricciolino di bimba, eh~ chi sa neppure se sa-rebbe campata, nessuno la tenne più. E il marito fu obbligato a lasciar che si alzasse. « Non aver paura, mi copro; e poi son bell'e guarita. Ohe vuoi che mi faccia un -po' d'aria? Non vedi che bella stagione? Non mi potrà fare che bene)). S'era rin- fagottata e era corsa.. · BiqliotecaGino.Bianco /

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