Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931
572 TJ. Betti la madre, sempre con l'occhialetto; il padre, invece, un po' indie– tro, fumando; e queste due 'così bionde e grandi ? Sorelle ? Tutte le facce sono festose, animate dall'aria viva; par quasi di sentirç l'odore di cuoio nuovo, il palpito delle a,utomobili ferme poco di– stante, il chiacchierio gioioso, signorile. C'è sempre anche il bion– dino, ma in pa11taloni corti. (Dev'essersi fatto uomo d'un tratto). Quei lineamenti fini, un po' feminei, sotto i capelli troppo ravviati, quelle labbra sottili e chiuse, quelle sopracciglie arcuate, gli dànno .un'espressione ambigua, quasi di crudeltà. Lo è certamente an– cora, un ragazzo viziato, specialmente dalla mamma, che gli somi– glia in modo straordinario, e dev'essere orgogliosa che lui già sap– pia trattarle male, le donne: con disprezzo. D'un tratto la donna si sente malsicura, avvilita; vorrebbe tro– varsi fuori, prima che il biondino ritorni. S'affretta i;rnpulsiva– mente all'uscio, torna indietro per bere in fretta altri due bicchie– rini, e mettersi in tasca le sigarette, rieccola all'uscio. - Dove vai? ·· C'è sulla soglia il biondino. La donna a testa bassa barbuglia in un dialetto bastardo che vuole uscire, che le gira la testa. Il giovanotfo senza parlare la respinge ·verso una poltrona, facendola sedere, le porge un bicchierino, che la donna beve docil– mente, poi un altro, infine allunga la sua mano sottile per sgan– darle la blusa, di setina gualcita. - ~o, lasciami. Però sùbito dopo, còme intìmidita o pentita, si leva il feltro scuro, prende a sganciarsi da sola. Ed ecco un chiaror,e abbagliante inonda improvvisamente la stanza, le ferma il braccio alzato. Con la mano ancora sull'inter– ruttore, il biondino la guarda, riducchiando. La prima cosa che colpisce nella luce cruda, è il colore.del v:olto, d'un bianco strano, livido, forse a causa di qualche· lentiggine grigiastra. Ma forse sono certe grinze, qua e là, che le dànno quel– l'espressione spaurita; forse saranno gli occhi, da coniglio; dagli orli rossi, pelati. Certo c'è qualche cosa, d'impreciso, di malato, di ~onsumafo ai contorni delle guancie, alle occhiaie, alla mascella, a tutta la, carne, specie le braccia,, che fanno venire in mente 1~ carne dei polli troppo bolliti. ' Improvvisamente la donna ha vergogna. Batte le ciglia, dà un'occhiata rapida, intorno, da bestiola, come per fuggire; con un moto convulso fa per riallacci,;i,rsi. Si vince èon uno sforzo, per orgoglio. Però le sembra proprio di sentire le rughe approfondirsi,· sulla sua povera faccia; le occhiaie scavarsi. Tenta di fare un sor– riso, come per chiedere scusa d'eisser così sciupata, brutta. Sen- / tendo accrescersi. l'ambascia, cerca d'intimidire il l)iondino can- BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy