Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

Le Biblioteche ita.liane 569 bliografiche a Roma, Napoli, Firenze, Bologna, Venezia, Milano, Modena e Trieste, c}J.eper la copia e il pregio della suppellettile bi– bliografica, destarono la meraviglia degli stranieri, con il discorso infine che pronunciò il Capo del Governo nella solenrie seduta della inaugurazione. Il Duce constatò che le biblioteche contribuiscono « ad una se~pre maggiore diffusione del sapere e della civiltà)), e affermò che 11 Regime fascista, « conscio della sua missione, ed in piena armonia colle forze intellettuali del paese, nulla tralascia per la tutela e lo sviluppo del prezioso tesoro bibliografico di ogni tempo)) : è una promessa solenne, di cui dobbiamo fare il massimo conto e che sarà certo tradotta in atto. Il Congresso, sciogliendosi a Venezia, votò· un notevole ordine del giorno col quale i rappre– sentanti ufficiali di oltre quaranta nazioni, e cioè tutto il mondo civile, prendevano fermo impegno di interessarsi, ciascuno presso la propria nazione, perché il problema delle biblioteche fosse di quelli da porsi al primo piano, per lo stesso vantaggio e decoro e progresso civile degli Stati. Nell'anno decorso, come primo segno dell'importanza e influenza del Congresso, si costituì, a,nche in Italia, sotto gli auspicii del Mi– nistero della Educazione nazionale e qel Governo, la tanto auspicata Associazione nazionale dei Bibliotecari italiani, facendo capo alla Confederazione internazionale delle associazioni dei bibliotecari; e così l'Italia poté far parte del Comitato internazionale bibliografico, ponendosi, anche in questo campo, nel rango delle nazioni civili, perché è bene sapere che soltanto l'Italia, fra le maggiori nazioni, mancava, e non poteva così portare il punto suo di vista in delicati problemi di carattere internazionale, come sono quelli della diffu– sione della cultura e del libro e della creazione e funzionamento delle biblioteche e istituti bibliografici. C'è di più. Da pochissimì anni, discutendosi alla Camera dei · Deputati e al Senato il bilancio della Educazione nazionale, depu– tati e senatori, autorevoli scientificamente e politicamente, si inte– ressano con calore a questo problema e ne mettono in luce l'impor– tanza e ne auspicano la conveniente ~oluzione. Paolo Orano disse chiaro al Parlamento che il Bibliotecario è lo spirito che dà la vita a quello che par morto attorno a lui e aiuta nei casi difficili a tro– vare la via; e soggiungeva, continuando : « Il bibliotecario non è il cittadino di una inerte città, è l'artiere della fervida città nuova, è l'uomo di avanguardia: il suo silenzio 1 la :,;ua modestia, la sua calma la sna riservatezza sono i caratteri psicologici della sua rara ' ed ardua personalità>); e chiudeva lagnandosi che il popolo italiano non tenesse nel debito onore la personalità e la funzione del biblio– tecario e abbandonasse le sue un tempo magnifiche biblioteche. E il De Francisci. relatore del Bilancio, diceva chiaro e tondo che « se in questa materia delle biblioteche non si interviene prontamente tbliotecaGino Bianco

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