Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

Le Biblioteche italiane 563 deve dir for te che il funzionamento o-iornaliero della biblioteca e b l molt:31par.te del buon nome che essa ha, deriva da questo ordine di funz10nar1, d alla loro capacità, cura e buonvolere. Invero proprio in questi giorni il Ministero si ,è in parte intonato con questi criteri bandendo concorsi« interni)): occorrerebbe fare un altro passo. Ho sempre sostenuto che i distributori e i coadiutori ed ordinatori sono il pernio della biblioteca in atto. ·Sotto i distributori ci sono i fattorini, giovanetti fra i quindici e i venti anni, che, dopo aver appreso bene la funzione loro affidata, sono allontanati per il servizfo militare, e non possono più esser ripresi. Una tale is tituzione è di grande danno per la biblioteca,· a cui non si possono affeziona.re, pe'r la suppellettile che è trattata da essi alla meglio, ossia .... alla peggio, e per la sicurezza, in quanto non hanno particolari responsabilità; senza dire che lo Stato non fa una bella figura di fronte ai giovanetti, ai quali impedisce di formarsi una carriera, proprio nel periodo in cui tutti sono obbli– gati a formarsela. Quanto sarebbe meglio se invece dei fattorini si ponessero dei distributori! Provveduto con leggi speciali alla sistemazione del ·personale ora esistente, bisogna bandire i concorsi, e per un numero cospicuo di posti, almeno del doppio di quello attuale, se si vuole che le biblio– teche vivano decorosamente. Vanno avanti anche ora, ma lo sanno tutti, si vive alla giornata; e si vive {lo affermava recentemente alla Camera il Ministro Giuliano) per i sacrifizi, per l'abnegazione · dei pochi bibliotecari rimasti. I concorsi, portando nuovo sangue nel corpo dei bibliotecari ita– liani, daranno il modo di procedere a qualche specializzazione, per– ché è ora di finirla col bibliotecario «omnibus)), il quale va bene per le piccole biblioteche, ma farà cattiva figura nelle grandi e in quelle per natura loro specializzate. Si potrà non avere un paleo– grafo alla Mediceo-Laurenziana e alla Marciana? non ci dovrà es– sere un incunabulista alla Corsiniana ? e non avremo un ebraicista alla Palatina di Parma? I bibliotecari specializzati sono indispen-_ sabili, e pur risiedendo in un certo luogo, devono allo Stato servire per tutti i casi che si presentassero, difficili o discutibili, per la branca loro, in tutte le biblioteche italiane. E cosi sarebbe necessaria una maggiore distinzione fra le funzioni amministrative (sono po– che nelle biblioteche, ma eS'i.stono)e quelle tecniche e scientifiche, mentre ora in varia guisa si intrecciano. F, tengo per ultimo il tasto doloroso del trattamento economico. Il trattamento economico è del tutto inadeguato. Non c'è uomo di qualche cultura, o anche solo di buon senso, che neghi una parità, nella elevatezza e dignità delle funzioni, fra un professore di uni– versità e un direttore delle principali biblioteche. Gli esempi di tutti maggiori stati d'Europa stanno là a parlar chiaro : a Londra e a 'bliptecaGino Biarico

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