Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

558 A; Sorbelli riori ministeriali ; nella imminenza delle auspicate riforme essa sarà non soltanto utile, ma addirittura provvidenziale·, quando na– turalmente possa adunarsi di frequente e dare il suo parere su tutti i maggiori problemi attinenti alle biblioteche. · Buone, anzi diciamo ottime queste leggi, che dobbiamo al go– verno fascista; alle quali è da aggiungere il cospicuo aumento che fu fatto nel 1926 nelle dotazioni delle biblioteche, dotazioni che, nonostante le decurtazioni posteriori, possono contribuire a un qualche benefico miglioramento. Eppure, con tutto questo, il problema delle biblioteche rimane sempre ·grave, per la semplice ragione che manca anc6ra la grande Legge delle bib_lioteche. Le Soprintendenze· non potranno svolgere l'opera loro se non c'è un perfetto organismo degli Istituti e se non c'è alcun rapporto delle biblioteche di Stato con le comunali; la Giunta centrale non può evidentemente consigliare se non si convoca; i non molti denari concessi non recheranno alcun giovamento se non si spendono bene, se cioè non sono impiegati a migliorare il funzionamento delle bi– blioteche, che dipende precipuamente dal fattore u,omo) dalla scelta cioè e dal trattamento di chi deve presiedere a tanto delicate fun– zioni. Ho sempre visto Clhea capo di una officina specializzata non si mette il primo che càpita, llla uno che abbia dato le necessarie prove e abbia, i titoli specifici a questo, e lo si tratta adeguatamente ai beneficii che dall'officina si aspettano e si traggono. O forse che dalle biblioteche non si vuole proprio nulla,, nulla? \. III. Grave danno alla discussione del eompfesso problema delle bi– blioteche fu semp1'e, in ogni t~mpo, il fatto che essa fu di solito limitata a una parte sola del campo, bibliotecario, e precisa_mente alle biblioteche governative. Si ignora, o si finge di ignorare, che accanto alle 32 biblioteche dello Stato, di cui pareccliie insigni, ce ne sono una -trentina almeno di comunali e d'al~ri enti che alle go– vernative si equivalgono come media, e ce ne sono altre cento e più che, sebben piccole, vivono, funzionano, esercitano un'azione utile e contribuiscono alla cultura del paese. Tutto questo senza tener conto delle biblioteche collocate presso Istituti speciali di cultura per i quali esse quasi esclusivamente servono. Ora, non tener conto delle biblioteche comunali e provinciali e d'altri enti dipendenti, sia pure in via mediata, dallo Stato e da esso sorvegliati, vuol dire affrontare solo una faccia o una porzione del problema. Ed era tanto BibliotecaGino Bianco •

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