Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931
Parcenévoli 543 Santa Elisabetta che per essere prima cugina della Madonna ha avuto un figliolo a sessant'anni pa,ssati ma un fio'liuolo che doveva ' .o diventare nientemeno che San Giovanni Battista e ne doveva far della strada. Quando di una donna simile si dice che è magra, cioè che porta i capelli tirati all'indietro con un mazzocchino gonfio e ridicolo, veste un grembiulone a tunica da bambina, usa calze di grosso co– toné, ciabatte sformate, scarpe (la domenica) di panno, si capisce come la si tenga nascosta : non le si vuol male, ma non la si mostra ad anima viva. E anche il bene, se c'è, non occorre farlo vedere. Questa è una cosa che la Barabina capiva benissimo; tutto ciò che importa nella vita, il bene e il male, resta dentro di noi; e il dono dell'espressione è degli sfaccendati e dei ricchi. Ora viveva sola col suo pescivendolo e non le dava noia la frase « unirsi come i piccioni>> che colpiva quasi bonariamente le unioni illegittime, essendo il disprezzo mitigato dalla grande poeticità del– l'immagine. Dicesse_ quel che voleva la gente invidiosa, e peggio anc6ra le donne di chiesa, ma lei continuava a servir senza paga e la teneva bene la sua colombaia. Aveva trovato una casina piena di cose troppo belle per lei che aveva anche la responsabilità di abbellirle, e quadri e penne cli pavone e statuine di gesso e frutti di marmo (tra cui una fetta di cocomero, al naturale, coi semi) e specchi e fotografie e candelieri che pareva d'essere in chiesa. Sic– come aveva sentito dire che le mogli dei pescivendoli son piene di grilli per via della giornata troppo lunga, e per di più non amano la pulizia, cominciò a lavare lucidare stropicciare con un'intenzione che sarebbe parsa polemica, ma poi si capiva che lei non ci poteva metter malizia, tanto è vero che in certi momenti il batticuore era grande perché aveva paura di rompere, e chi rompe paga·, cioè (pen– &ava,lei) se ne va. Se avesse rotto, poniamo, l'uovo di struzzo che trionfava sul piano del comò «impellicciato>>, quel gigantesco uovo di color dubbio, col forellino in cima, che in Africa aveva dato da mangiare, dicevano, a ventiquattro persone (altro che l'uovo di due torli!), era certa, certissima, due e due quattro, quattro e quattro otto (contare un poco sapeva), che il caro mite Palon l'avrebbe mandata via senza misericordia, come non si fa tra piccioni. Il guaio è che s'era ritrovata a vivere con un pescivendolo, mentre lei avrebbe potuto aspirare tutt'al più a un marinaio. Donna di ma– rinaio sarebbe stata un po' più tranquilla, non avrebbe tremato di– nanzi 'alle uova di struzzo, avrebbe avuto figliuoli da mandare alla scuola mattina e pomeriggio, e col libro. Perché la differenza che c'è tra il « parznévul )), ossia parcenévolo, e il « baghin da mer )), ossia « maiale di mare)), ossia marinaio, è la stessa che fra lei e il suo padrone; perché il pescivendolo è ri~co e il marinaio pove– retfo; perché il marinaio tribola e il pescivendolo comanda e non fa ·ibliotecaGino Bianco
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