Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

ParoenévoU 541 cui segue la penna stilogra.fica, è facile e, direi, necessario promuo– versi da sé, spiccando un salto come una cavalletta, dal dialetto della pescheria alla lingua del·municipio e delle poche case per bene. In verità questa gente grandeggia, sfoggia anelli e catene d'oro e non ha altro modo di mostrare che gli affari van bene, a gonfie vele, che aggiungendo anello ad anello o cambiando catene sempre più , vistose e più gialle. E quando parla, parla di scudi. Un gran pesci– vendolo si vergognerebbe di un'unità di misura così meschina come la lira di tutti, che val venti soldi. Bisogna dire però che fino a qualche anno fa il bravo Palon aveva indosso poco oro. Sua madre inferma glielo dic.eva sempre dal .suo letto di dolore che aveva indosso troppo poco oro per la buona riputazione. - Palon, - diceva la povera creatura martoriata, che in fin di vita ricordava le buone usanze e sapeva il viver del mondo, tanto è vero che questo mondo non lo si conosce per filo e per segno se non quando si deve salutarlo come dal finestrino, - facciamo un sacrificio, impegniamo qualcosa, ma tu devi comprarti a Cesena, un altro anello grosso così, un'altra catena d'oro grossa così. Dillo tu, Barabina, al tuo padrone che la sua catena d'oro si vede appena, è troppo sottile. Questa Barabina, ch'era una serva, che sapeva d'esser magra e piallata, che non aveva idea di padroni istruiti, a sentir parlar d'oro, spianava la fronte e poi allargava le iridi ne' suoi occhi li– quidi, o meglio melmosi, di cagna frustata. La verità è che l'oro non lo capiva o capiva soltanto l'anello nuziale detto fede e magari verghetta: ma se l'oro non era cosa per lei, figurarsi se doveva toc– carle il salvacondotto umano in .forma di cerchio. Di soprannome si chiamava Barabina, e pareva giusto che la Barabina fosse un po' la serva e un po' la compagna dell'uomo diverso dagli altri che non s'era sposato a tempo giusto. Una donna come quella ha sempre l'aria d'una creatura piovuta dal cielo, o tutt'al più venuta dalla campagna ; non ha parenti, non ha cognome, quasi non ha legami con l'umano consorzio; solo avviene che un giorno si alloghi in una casa qualsiasi, mercanti di pesce fresco o di stoccafisso o di pannine o di vino, e non ne esca più per tutta la vita. Spesso la santa creatura, nel letto di dolore, chiamava a testi– monio questa disgraziata e ripeteva : - Dillo tu al tuo padrone. - Tutto ciò senza scandalo anche se pareva che, non avendo moglie, il padrone si fosse un giorno giovato di lei, ché la conoscenza delle miserie umane può essere, in una moribonda, chiarissima. E lei, povera madre di « parznévul )), doveva rimproverare il figliuolo e trattare la disgraziata di donna colpevole ? ,Si diceva però tutt'in– torno che quella poveretta che non moriva mai non se ne sarebbe andata da questa terra senza raccomandare al suo Palon di mettersi ibliotecaGino Bianl-o

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