Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

538 L. Pesoetti ministrazione e Guardia nazionale, un giorno montò la guardia: era costume ai sarti tagliatori che si desse lo stipendio, quando eran di guardia: quel giorno a punto fu detto di no: mio zio chiede il permesso di parlare all'Ispettore generale (subalpino); glie lo concede: domanda perché non potrebbe avere lo stipendio, molto dimessamente: l'Ispettore: - Voi siete licenziato, andate. - Tòrna per le buone il giorno dopo, mostrando l'anzianità sua, e che aveva figliuoli. Il Subalpino risponde: - Qui io non conto anzianità; nulla importa de' figliuoli; voi in Toscana siete avvezzi a mangiar troppo, siete troppo grassi; bisogna smagrirvi; in Piemonte si mangia pane o polenta. - Qui il mio zio glie ne disse parecchie, che il -Subalpino prode si prese in buona coscienza, perché era solo nella stanza. Il Prefetto e Ricasoli, da cui mio zio andò> pare sieno disposti a dargli ragione. Mio zio mi prega, e io il fo volentieri, che preghi te a volerlo tener raccomandato presso chi tu puoi, e spera nel Ta– barrini, che ora sento far da Segretario al Ricasoli. Ti raccomando caldamente questo affare. Addio. Pistoia, 18 maggio [1860]. Tuo CARDUCCI. I grandi avvenimenti del '59 e del '60 dispeil·sero gli « amici pedanti,>: il Oàrducci all'Università di Bologna, il Targioni Tozzetti al Liceo « Nic– colini >>dj Livorno, il Chiarini al Ministero dell'istruzione pubblica, il Gargani a Faenza, ove moriva nel 1 62. Quando, nel '67, il Chiarini fu nominato Pres,ide del Liceo di Livorno, ritrovò ivi il vecchio amico Ottaviano, col quale, come col Carducci, la lontananza non aveva per nulla scemate o affievolite l,e relazioni afl'ettuose, né, almeno per allora, la comunanza del gusto g dell'ardente amore per gli studi delle letterè. · Per quasi quarant'anni il Targioni Toz:z;etti fu insegnante d'Italiano e poi Preside a Livorno. Come bene osserva F. C. Peillegrini, suo predi– letto discepolo, egli non era un semplicl:l purista, come .allora Cl:ln'era, che ponesse tutta l'arte dell'insegnare nel dar la caiccia ai gallicismi e nel fare scartabella,re il vocaboiario dl:limodi errati; e nemmeno era un inda– gatore di minute notizie biografiche degli 'scrittori, di cui faceva la storia; egl i mirava s oprattutto a educare, nei suoi alunni tre cose: la dirittura del ragiona.re , la bontà e_ gentilezza, del sentire, il buon gusto nell'espri- · me rsi 1 ). E d alla scuola fu quasi del tutto assorbito. Non ebbe il tempo di raccoglier,e in opere organiche il frutto degli studi e delle ricerche della sua gioventù: molte delle cose raccolte dette fuori per liete occa- 1) Vooi il cenno biografico scritto dal Pellegrini per la morte del T. T. (Li– vorno, Giusti, 1899, opusc. di 8 pp.); e l'ampio discorso dello stesso Pellegri~i in occasione delle onoranze livornesi al Ohiarini e al Targioni Tozzetti (Livorno, Arti Grafiche Ohiappini, 1915, pp. 24-64), dal quale abbiamo attinto molte notizie per il presente scritto. Biblioteca,Gino Bianco

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