Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

V Gio.me Carducci e Ottaviano Targioni To~zetti 537 e scrittore elegantissimo, massime per una certa signorile e natural di– gnità, che si sentiva non cercata, né studiata, ma spontanea, e che sem– brava convenientissima alla persona bella ed aitante, allo 'sguardo se– reno, all'aspetto bonariamente giocondo. Gli studii non gli impedirono però di partecipare con fede, ai moti fiorentini per l'unità della patria; e fu· uno di quelli che nella notte che precedé il memorando 27 d'aprile del 1859 and1:"Toùonella stamperia Piatti ~ fare scomporre, con le buone e con le cattive, un proclama, nel quale s1 conoedeva dal Granduca uno statuto, che temevano potesse alienare il popolo fiorentino dalla rivo– luzione imminente. Ma, come si è detto, il temperamento e l'indole del Targioni Tozzetti e,ran diYersi da quelli del Carducci e del Chiarini, ed anche del Gargani. È noto come il loro comune amico Enrico Nencioni, che tra i quattro « amici pedanti>> ravvic.inava il Gargani a Marat, il Carducci a Danton, il Chiarini « logico e freddamente ragionatore >> a Robespierre, soggiungesse che « Ottaviano Ta,rgioni Tozzetti, più cauto, più savio, più transigente,, era il Girondino della Compagnia>>. E tale differenza si andò forse anche più acoentuando in processo di tempo, come era naturale. Egli era di vivissima e delicatissima sensitività, e però atto a gustare il bello e ad innamorarsene, e facile alla commozione e d'animo p'I'onto ed aperto a tutti gli affetti gentili e bramoso di tra– sfonderli in altri. Intanto, due dei «pedanti>> presero moglie. Il 7' marzo 1859, il Car– duoci sposò l'Elvira Menicucci, e testimoni furono il T·argioni Tozze,tti e il dhiarini. « Usciti di chiesa, - scrive il Chiarini, - accompagnammo la sposa a casa, e poi lo sposo e testimoni andarono a fare una passeg– giata alle Cascine>>. Il 12 agosto dello stesso anno, il Ca,rducci e il Targioni Tozzetti furono testimoni alle nozze del Chiarini con l'Enri– chetta Bongini, sua, parente e da lungo tempo teneramente amafa.. E Otta,viano pubblicò per l'occasione nel Poliziano un'antica scrittura sul matrimonio, preceduta da una affet_tuo·sa lettera 1 ). Ma il periodico era ormai ana fine, e la guerra gli diede il colpo.di grazia. Il Gussalli stesso, idolatrato dai «pedanti», li induceva a cessare la pubblicazione; el H Gargani e Ferdinando Cristiani, i più strenui dei collaboratori, parti– rono per la Lombardia. Al sesto fascicolo il Poliziano mori. Il Carducci, gravato dalla famiglia, rimase per un altro poco a, Fi– renze. Poi fu a, Pistoia, professore di greco a quel Liceo. Di là scriveva a Ottaviano la seguente gustosissima lettera, ehe ci rappresenta al vivo i disdegni e le ostilità occulte ed a,perte che dividevano, in que' primi tempi dell'unità ·italiana, fiorentini e piemontesi. Carissimo Ottaviano, Odi fatto nuovo nell'anno II dell'indipendenza italiana e della libertà del Ricasoli e di Cavour. Mio zio, sarto tagliatore all'am- 1) N. 5, pp. 318 sgg. - Nel N. 3, il T. T. aveva ·pubblicato un note".ole scritto sul Carteggio di Pietro Giordani e di Luigi Fornaoiari concernente gh studi dei Giordani sulla storia iucchese dei secolo XV I. ibliotecaGino Bianco

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