Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

536 L. Pescetti cherebbe illustrati documenti e monumenti di lettere e storia, scritti :filosofici e storici accoglierebbe volentierissimo: uscirebbe a un fa– scicolo il mese dalla Tipografia galileiana. Ma questi amici giovini; deboli per sé, han posto gran parte di loro speranze ne' valenti uomini d'Italia: e già di alcuni o hanno o sperano l'assentimento. E oh q:uanto amerebbero questi s-iovini (fra i quali è chi Le scrive) che Terenzio Mamiani inviasse loro de' suoi consigli! e quanto sa– rebbero davvero superbissimi se egli desideratissimo mandasse loro da stampare alcuna scrittura sua di poesia o di .prosa. E fosse que– sta pur brevissima ed anche per suo giudizio non perfettissima, gran tesoro sarebbe per noi. Non saprei come scusarmi dall'aver affrontato con tanto di audacia la S. V.; se non ripensassi la gentilezza ineffabile dell'il– lustre uomo che altre volte si degnò di accogliere così benignamente me ignoto. Alla quale gentilezza mi raccomando non voglia cessarmi i.;;na, benevolenza; solo conforto grande e insperato ch'io m'abbia avuto fin qui e uno de' maggiori ch'io mai possa avermi. Mi permetta, illustre Signor Conte, di segnarmi suo devoto e affozionato servitore GIOSUÈ CARDUCCI. P. S. - Ardisco mandarle una ode mia ultimamente composta: e La prego voglia dirmi dove ho errato. Quando si compiaccia di onorarmi con una sua risposta, La; prego fare l'indirizzo a Firenze. Fra.ttanto, il Ta,rgioni Tozzetti continuava nei suoi prediletti studi di filologia. Col Gargani aveva già da tempo iniziato quel paziente la– voro sulle F(l/l)oled'Esopo volgarizzate per uno da Siena, al quale ac– cenna più volte il Carducci nella sua corrispondenza coll'amico Otta,.. viano e che ricordò pure nelle famose Risorse. Partito il Gargani per Montegemoli prima e poi per Faenza, il Targioni rimase solo al difficile lavoro, e provvide a condurlo al termi,ne al più presto 1 ). In quel tempo Ottaviano molto raccolse e studiò, e le cose raccolte ordinò e talora commentò, acquistando una erudizione che per quei tempi era rara, e formandosi anche un gusto così fine della formal che ne riuscì parlatore 1 ) Lo pubblicò il Le Monnier, nel 1864. Nell'esemplare conservato dal tiglio Giovanni, si legge questa interessante postilla manoscritta del T. T. : « Io e il compianto amico mio G. T. Gargani promettemmo il testo dell'Esopo da Siena riscontrato con tutti gli altri codd. fiorentini e col se:µese. E facemmo insieme con lunga fatica la copia di tutti que' codici. Poi il Gargani partì per la ;Romagna, ed io da solo posi mano alla stampa del solo cod. laurenziano, che doveva andar congiunto, nel mio nuovo disegno, con tutti gli altri testi esopici editi ed inediti. Intànto io lasciai F_irenze.e il lavoro non poté essere compiuto, e si rimase all'Esopo laurenziano, ch'io solo pre,sce1si a testo e interamente annotai. Tanto dico perché q~el che è mio è mio e perché certo se il povero Gargani ci avesse posto mano per troppo maggiore diligenza sarebbe pregiata quest'operetta>>. ' BibliotecaGino Bianco ,

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