Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931
\ ,, Giosue Oa,rducci e Ottav-iano Targioni Tozzetti 531 , I trina l~opardiana che egli certo non conosceva. Tanto è vero che cotesta filosofia è la sola vera e naturale ~lle anime buone e forti. Addio addio. 10 ott, 57 1). Tuo CARDUCCI. Come scrive il Chiarini, Giosue « tornò triste e accorato, non pure della morte del fratello, ma delle condizioni in cui aveva lasciato la famiglia, specialmente il padre, che affranto dal tragico caso cadde malato e non si riebbe più>>. Fu tutto degli amici e della fidanzata; e in San Giovannino, nella cella di Cecco Frate, si radunavano il Car– ducci, il Targioni Tozzetti, il Nencioni, il Cavaciocchi a leggere l'Ariosto e il Berni, i canti carnascialeschi e le ottave del Tasso, e a meditar satire contro qualcuno dei letterati fiorentini. Mancava il più scalma– n,ato, il Gargani, che a Montegemoli trascorreva monotone le sue gior– nate, fra le lezioni al ma,rchesino e le.conversazioni con la marchesa; e tutti si dolevano della sua assenza. Frattanto Giosue aveva iniziato il suo la-voro con l'editore Gaspero Barbèra per i volumetti Diamante. È questo il tempo delle vivaci schermaglie fra Il Momo, giornaletto - settimanale degli « amici pedanti >>,del quale era magna pars il Tar– gioni Tozzetti, .e Il Passatempo, organo offidoso di Pietro Fanfani e de' suoi accoliti 2 ). In risposta ai due sonetti del Carducci A Caracalla P. A RandeUone, in cui ernno dileggiati i redattori della rivista avversa, il Passatempo pubblicava, nel _suo numero del 3 aprile 1858, un sonetto caudato, dal titolo Il trionfo di Farfanicchio arcipoeta, o del G-igante da Cigoli, che abbac.chiava i ceci con le pertiohe: diceria in versi di un poeta non poeta>> 3 ). In Farfanicchio, naturalmente, doveva scorgersi il Carducci. Autore della sonettessa non era il Fanfani, come fu creduto, bensì Antonio Fantacci, uno de' più spiritosi collaboratori dell'effeme– ride. In quello· stesso numero ammiravasi una caricatura dei tl'e « amici pedanti))' Carducci, Chiarini e Targioni Tozzetti. Così la descrive il Chiarini: « In una specie di quadro erano disegnati in alto i ritratti del Manzoni, del Gioberti, del Grossi, del Tommaseo, e giù in basso gli amici pedanti, che inforcando dei cavallini di legno movevano in guerra contro quei gràndi; da un lato il Targioni con in mano una targa, in mezzo il Carducci con in mano un cardo da cardare la lana, dall'altro io con una trombettina dal collo lungo e stretto)) 4 ). Sotto la caricatura si legge il seguente distico: Mentre squilla la stridula Chiarina Cardo e Targon s'accingono all'assalto, 1) LLCarducci, nella foga del dolore, ha errato evidentemente l'indicazione del mese : la lettera fu scritta nel novembre. - 2) Vedi GIUSEPPE RONDONI, I giornali umoristici fiorentini del triennio glo– rioso (1859-61), Firenze, Sansoni, 1914, cap. I e cap. :III, Nel 1860, il T. T._ sc~~sse da sé tutto il primo numero de La Chiacchiera, e ne fu collaboratore prmc1pale (p. 115). - 3) Vedilo ristampato dal OH1A111N1, Memorie, pp. 492 sgg, 4) Op, cit., pp, 97 sgg. - ,u Chiarini ha errato indicando il Tommaseo_ come uno di que' grandi contro i quali muovono in lizza i << pedanti » : trattasi mvece ai Cesare Cantù, ibliotecaGino Bianco
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