Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

636 O. LINATI, La regione dei laghi ecc. non comporta altri metodi di viaggiare; la, stradicciola graziosa e per– fida che cerca ogni mezzo cU non arrivar mai dove il viandante vorrebbe». Ambigue p.aro,le, da umorista neutrale tra le ragioni della poesia, e le esigenze della pratica. Queste cose pensavo e questi brani mi tornavano in mente, leggendo dell'arrivo di Lina.ti in Valsolda per la strada da Po,rlezza. E combina– zione voleva - per aver io sulla coscienza anche un libro di sbagliatis– simo titolo, 'Novecentismo, - che, prima delle pagine sulla Regione dei laghi, altre m'avesser tentato, lette cl.aMais-simoBontempelli ugualmente al Lyceum di Firenze, e non più di una settimana dopo Linati, col titolo N oveaentismo letterario. Distingueva Bontempelli tra voluttà dell'eterno, - cui basta un al– bero in un prato, un ruscello, e, sopra, il cielo puro e quieto, - e malìa del tempo, il fluir del quale è meglio avvertibile, in città che in campagna; e lasciava cadere l'accento sulla maraviglia e la gratitudine da lui provate uscendo a passeggio per una c.ittà senza poter tene11si clal pen– sare, « quanto il mondo che ci è stato dato è più bello di quello che nella loro giovinezza conobbero i nostri padri» . Ecco dunque perché il reviviscente ricor.do di una strada, arresta– tasi quasi con trepida riverenza dina nzi a u n ultimo lembo anc6ra intatto di pioaolo mondo antico, e desiderosa tutta,via, di compimento nell'interesse di vecchi sparuti paesi, allunganti il collo verso una ricca e moderna città come Lugano, mi sospendesse, fogazza-rianamente, tra le visioni di Linati e quelle di Bontempelli. Sentivo LinatL confidarsi: « Ogni anno io vado a passare lassù qualche giornata di ozio e di vaga– bondaggio e vi aissicuro che nulla è più propizio di quella pensosa sel– vatichezza per rimettei-mi dal tedio di sei mesi di vita cittadina>>. E vedevo Bontempelli andar soddisfatto per le sue vie cittadine; e lo ascol– tavo, attraverso un'appassiona,ta -distinzione tra le generazioni seden– tarie dell'ultimo trentennio dell' '800 e quelle, in marcia, dei primi de– cenni del nostro secolo, arrivare alla sua nuova morale, - anzitutto vivere, - da con_trapporre a un idillismo contemplativo, a « un senti– mento della natura che raramente», egli dice, « è espansione panica ed elevazione: quasi sempre è ricerca di un riposo, nasce da un rilassa– mento di tutte le facoltà». Oh che •cosa avranno pensato, gli uditori del Lyceum fiorentino, tro– vandosi, - alla distanza d'appena una ,settimana, - in cospetto di così diver~o. m?do _d'.affa<:ciarsi ~l reale ? . . . . \ l'isioni spirituali d 1 Italia: ch'è come chi dicesse. v1s10ni diverse, ùa oratore a oratore. E i nostri due esemplari già. mostrano qual simpatica galleria d'autoritr~tti possa, riuscire una collezione, e così concepita. PIERO NARDI. G. J. GELLER, Sarah Bernhardt. - « Nouv€lle Revue Française », Paris, 1931. Fr. 15. Fu riportato una volta anchè qui, parlando del libro di E. A. Rhein– hardt sulla Duse, il giudizio di Gémier: « Eleonora Druse, un'anima .... Sarah Bernhar.dt, una grande attrice». A noi che non avemmo la- BibliotecaGino Bianco

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