Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

634 S. · GuERRERA, Poesie appare come un crepuscolare attardato; nulla ha imparato da Rimbaud, ma molto, a.nche troppo, da poeti e,leganti di secondo piano. Resta la seconda parte, i versi .italiani di Musiche imperfette. Il poeta, Guerrera, poeta anc6ra in boccio e quasi tutto inespresso, si rivela qui. Non è ~orse un poeta italiano; è un siciliano, un mediterraneo, che non. si preoccupa di arginare la propria ispirazione, che non sembra patire dubbi o pentimenti sui propri mezzi espressivi;. un uomo che si ripiega su di sé, interroga il proprio destino, si specchia nel mutare dei feno– meni. Ritenta da solo un'antica esperienza e la ridice, fo11seper "Ciò, con parole di tutti : Ora che ho visto la morte che pot1,à più f~rmi tremare ? .... prendo su di me il mio destino, come. una corda sui fianchi nudi mi cingo la divina poesia. Cose di questo genere c'infastidivano già quindici anni or sono. Oggi le rende meno intollerabili il constatare come il Guerrera si fosse man– tenuto immune dalla retoriJCa più recente, sillogistica e vuota, di chi tenta, sen,za forza di idee, poesia di pensiero. Il Guerrera non si sarebbe posto tra gli imitatori delle rare voci nuove che si sono levate nel campo della nostra recente poesia. Il suo manierato misticismo lette– rario è giovanile, è fondamentalmente sano e cede a tratti a espressioni largamente umane che un giorno, ,è facile supporlo, avrebbero prevalso. Ricordo Fr(J//nmenti di settembre, Scherzo, Canzone di Agia Marina, La foce, e i v•ersi finali della Voce che trascrivo 'so,pprimendo qualche inutile inciso: La mente si smarrisce e cerca in sé, solo un frinio di grilli e di cicale,trafìgge via, passa, in un brivido fra l'erba e sembra lucervi esitando, è come una incrinatura d'argento nel silenzio profondo . .... Anima d'uomo, in cui nulla su questo mondo può rimanere che un poco d'ombra, non vedi, non sai; e basta una voce che perdoni, soltanto, rper comprendere l'infinito; tu credi che Dio non abbia che la voce dei tuoni. « Tu credi - che Dio non abbia che la voce dei tuoni.. .. ». forse; ma prosa che somiglia straordinariamente alla poesia. Sergio Guerrera meritava questo ricordo. È prosa, Per essa EUGENIOMONTALE. CARLO LINATI, La regione dei laghi. - « Nemi », Firenze, 1931. L. 5. MASSIMOBoNTEMPELLI, Novecentismo letterario. - « Nemi », Firenze, 1931. L. 5. A Carlo Lina.ti è venuto da sorridere ricevendo l'invito a sctivere sulla Regione dei laghi, come ,se si sentisse « attribuire una specie di monopolio letterario». A me viene da sorridere confessando d'aver cer– C"ate le pagine di Linati, - adesso a. stampa nell'indovinata collezione BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy