Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

032 V<!rdiintimo in lui il tono estetizzante e quel desiderio d'essere ol'iginale fino alla bizzarria che non perdette· mai. Lo impensieriva, in generale, e lo poneva i~ sospetto la notizia· che un musicista stava «studiando)) per scrivere un'opera nuova o semplicemente per migliorare la sua produ– zione. Anche se si trattava di nature ricche e di ingegni della forza di un Rossini: e<Rossini in questi ultimi ten;1pi ha fatto progressi ed ha sti1,diato ! ! ! Auff ! Studiato cosa? Per me gli augurerei di disimparare– la musica,, e scrivere un altro Barbiere di Siviglia. Filippi ha vera– mente delle ideè tutte sue, ,ed io, che al nome di Rossini ,fidavo completa– mente 'per le ultime c.ose da lui scritte, ora, se ha studiato, eomincio a dubitare>> ; figurar.si poi a proposito di giovani, eome Franco Faccio, di cui l' A.mleto era stato rappresentato allora allora a Genova: e<Credo .... che se Faiocio ha veramente ingegno per riuscire bisogna che s'allontani dai Professori, Oonservatoristi, E.stetici, Oritiei e non studii né senta più musica per dieci amii H (Lettera; del 14 g-iugno 1865). _ Aveva simpatia per Parigi e vi si recava spesso chiamato si dai doveri professionali, ma sempre, in fondo, con piacere. Amava infini– tamente ,la campagna, lai .solitudine, il consorzio degli umili contadini e scrivendo alla Maffei ·si' autode,finivai <cil villanello delle Roncole H, ma ogni tanto sentiva il bisogno di uscir per il mondo (anehe se, a parole, se ne dichiarava annoiato) e di conoscere quello che vi si faceva: <eDo– mani sera probabilmente c'imbarcheremo colla Peppina per .... non stu– pirtene .... per Parigi! Se ti dovessi dire perché io ci vado, sarei molto imbaraz.zato. Io non vi ho assolutamente nessun affare e deside!l'o di non averne. Vedrò per altro che diavolerie han fatto in questi due a,nni che non vedo quella città, ... >>. Ne ritornava stanco, stoDdito dal rumore, ma anche un poco ,eccitato : << È proprio bella ma bella assai Parigi .... H (19 maggio 1870). Naturalmente la simpatia, d'allora per la Francia (allo scoppiar della guerra franco-prussiana si rainmari,cava che il Governo italiano non avesse dato una prova tang·ibile di fratellanza, alla nazione confinante) non gli impediva affatto di dichiarare apertamente il suo pensiero intorno alle musiche che di là giungevano in Italia. Cosi di Berlioz, scrivendo nel 1882: « Berlioz era, un povero ammalato, rabbioso con tutti, acre e maligno. Ingegno moltissimo ed acuto : aveva il sen– timento dell'istrumentazione ed ha prece,dùto Wagner in morti effetti · d'orchestra .... Non aveva moderazione e gli mancava quella calma, e, dirò cosi, quell'equilibrio che produce. ie .cose d'arte complete. An.dava sempre al di là, anche quando face,va cose lodevoli. Di Gounod infine dava (lettere del 5 febbraio 1876 e del 14 ottobre 1878) questo giudizio : . e<Gounod è un gr.andissimo musicista, il primo Maestro di Fnancia, ma non ha fibra drammatica. Muska stupenda, simpatica, dettagli magnifici, ben espressa quasi sempre la parola .... intendianfoci bene, la parola, non la situazione .... In somma, fa bene sempre il pezzo intimo ma rende sempre debolmente la ,situazione, e coipisce. male i caratteri>> ; che ri– mane ancor oggi quel che di più-chia.ro acuto· e preciso si sia detto e scritto sul compositore francese. · Gurno M. GATTI. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy