Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931
Villa Bea.trice 607 la zia -Milla non solo era quella che le faceva i vestiti alla bambola, le raccontava le belle storie, le regalava i libri con le figure, ma le insegnava a leggere e a scrivere, e presto le avrebbe insegnato a parlar francese. Quest'era una cosa che proprio dava nel genio a B3irberina: parlare francese: le prime parole le avean fatto una grande impressione: Bonjour, Bonsoir. Ormai non salutava la Gi– gia più con altre parole : Bonjo11,r, Bonsoir. E Barberina andava spesso in casa della zia Milla, e insieme, a fare delle passeggiate a pie9,i o in automobile: era stata la zia Milla che aveva accompa– gnato Barberina a visitare la fabbrica. Era stato quello per Barberina un gran giorno, un memorabile avvenimento. Tutte quelle macchine, quelle vasche, quelle enormi botti, quelle lavorazioni, quelle mai tante pelli distese, attaccate, e l'odore, l'odor della concia, l'odore indimenticabile, avevan ferito la sua fantasia. Anch~ alla bambina, come già a Beatrice, le operaie avevano offerto un gran mazzo di fiori : era più grosso di lei; e lei se l'era stretto con quel suo gesto d'affetto alle cose, che aveva com– mosso tutte le donne. Perfin Michelina, la gatta ormai vecchia e bisbetica, che non faceva più festa a nessuno, era andata a strofi– narsi alle gambe della bambina con un "gnau" flebile in cui si sentiva l'oblìo, per un momento, della vecchiaia. 1Maurilla e Barberina insieme: due persone felici. Una felicità che Maurilla aveva, levato a lei, Beatrice : _una felicità che doveva esser sua. E quando talvolta, Romualdo godeva a contemplare quella felicità o se talvolta egli, accanto a Maurilla, si divertiva a osser– vare in disparte Barbe:rina assorta e infatuata in qualche suo con– versare con un interlocutore inanimato o immaginario, Beatrice era gelosa anche per via del marito. A Romualdo una moglie così: una moglie come :M.aurilla, così, ci sarebbe voluta : e Maurilla anche lei sarebbe stata felice con un uomo come Romualdo. Ecco: ·Barberina gioca e Maurilla e Romualdo in disparte,' osservandola, parlan tra foro, si sorridono. Maurilla tocca una mano di Ro– mualdo. Oh! Beatrice sapeva benissimo che non c'era nulla di male, che l'anim!:L di Maurilla era candida; avrebbe messa una mano sul fuoco che Maurilla non a,'eva mai, neppure una volta, avuto neppure un pensiero che non fosse stato per il suo marito ; eppure quella intimità, quella confidenza, il tocco di quella mano .... Romualdo ora cinge per un momento la vita di Maurilla : un mo– mento solo: Maurilla, in quello stesso momento si ravvia una ciocca di capelli. Proprio in codesto punto Barberina si distrae dal suo divertimento: li scorge, corre da loro, li obbliga a darsi la mano, ma si vede che non è ancora contenta : vuole di più : quelli ridendo rifiutano. Barberina insiste. E allora Romualdo, ridendo, bacia <Maurilla sopra una gota: Maurill51, ridendo, gli restituisce il bacio sopra una gota. E Barberina salta dalla contentezza. BibliotecaGino Bianco
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