Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

Vma Beatrice 599 E infatti un improvviso rigoglio sbocciava in Barberina. Pareva ch'ella volesse riguadagnare il tempo trascorso nel riposo . forzat9, rimettere i giorni perduti : i giorni contati della felicità: riprender la parte di gioia che le avevano fatto mancare. E nessuno riusciva a tenerle dietro : per le stanze della villa in ofardino nel 1 . 1 . ' o ' parco, su piazza e d1 fattoria, nelle viottole dei campi li intorno. Aspirava l'aria, gli odori, vagheggiava le piante, restava in ascolto dei cinguettìi degli uccelli, festosa ad ogni persona rallegrantesi all'apparire di qualunque animale, carezzev:ole a tutte le cose. At– tenta e vibrante a ogni nuovo aspetto, a ogni nuova forma di questo miracolo vivo dintorno a lei, passava pronta dalì'incanto all'entu– siasmo: e l::1tteva, gioiosa, le mani. Un nonnulla: uno scherzo di luce, l'agita ,i d'una f oglio lina, ·un grosso insetto che si spiccasse da una corolla prendo le a.li ronzanti, una processione di formiche : e Barberina sùbito mera vigli ata, attonita, partecipante. Partecipante sempre. Pareva che a ogni vibrazione della vita intorno, immediata– mente corrispondesse una vibrazione del corpicino e dell'anima sua. Luceva quest'anima, nel suo aleggiare di già cosi viva, luceva vi– brando stupita e curiosa, sorpresa e entusiasta, innamorata na– scendo. E del partecipare di lei pareva che tutte le forme e gli aspetti del gran miracolo intorno vivente avessero senso: quel raggio che le indorava, a un tratto, filtrando dal folto, un ricciolo, pareva un saluto, e la fragranza che le lasciava nella manina la rosa accarezzata, pareva un ricordo. Ella poteva restare davanti alle cassette delle api a osservare l'andare e venire delle industriose instancabili - e intorno saettavano i punti oscuri improvvisi: l'Er– silia accorreva premurosa a ritrarla - : nessuna che la pungesse : sul vestitino qualcuna raccoglieva per un momento il volo: forse, deponeva lì un atomo del polline dolce : e poi ristendeva le fati– cate ali. Non una cocciòla mai, non un arrossamento; non mai un animale che, ostile, le desse ragione d'av:er paura; qualche strappo alla sottanina: i nodi dei pruni per trattenerla; qualche sbucciatura o livido: l'ammonimento della terr~strità. Ella prendeva, singolarmente piacere a carezzare i grossi ani– mali: si faceva pl·endere in collo per lisciare la dura fronte dei bovi aggiogati e toccava la loro narice umida : quelli alzavano pe– nosamente il muso e traevan la lingua, e un filo di muco gocciolava daJ.la bocca bavosa. Gran gioia era anche ·per lei palpare il collo della cavalla - la ben pasciuta e nervosa Dora - ; e dal giorno che ella, portata da Egisto, dando .prova d'un gran coraggio aveva offerto alla trottatrice sul pa,lmo della manina tesa il quadretto dello zucchero, ogni volta che entrava nella scuderia, la Dora an– nitriva e sitosa con tutti lasciava che la bambina le s'accostasse ap– poggia~do, da sé, a,lla battitoia opposta, pure non stando alle mosse e sven,tagliando la coda.

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