Pègaso - anno III - n. 11 - novembre 1931

Villa Beatrice 593 r mente, era andata accumulandosi una specie di gelosia. Quando poi a un certo punto gli parve di vedere che la bimba per seguitare la spera di sole nel muro guardasse un po' orba, s'interpose tra la bambina e la luce, reclamando per sé l'attenzione di lei. Quella, agevolmente, riversò sul babbo la vivacità e l'allegria che la lucente cosa meravigliosa aveva in lei suscitato e puntò i piedini e areava la vita : i primi sforzi per sollevarsi. Romualdo abbassò la spalliera e presa la bimba sotto le braccina incominciò a farla saltare. Ella ne pr'endeva un piacere matto. E siccome nell'entusiasmo si r,;for– zava a emetter dei suoni, come per accompagnare il mo1'imento. Romualdo : « Di' babbo>>. Barberina subito cercò d'imitare quel suono che evidentemente le piaceva molto : ma era stata troppo preci– pitosa: non le uscì nulla che rassomigliasse ad un "b ". Romualdo, ci prese gusto: cc Babbo: di' babbo>>. Barberina ora taceva e os– servava. cc Di' ba,bbo >>.Romualdo s'era intestato : cc Babbo, di' bab- ' bo>>. Barberina, faceva con la bocca dei moYimenti muti, come dei tentativi interni, per sé. Romualdo, cocciuto : « Di' babbo, di' ba,bbo >>. E il tempo passava : la spera di sole era ora una lama sottile presso la finestra. Romualdo s'era quasi sdato : e soltanto per punto d'impegno, prima d'abbandonare, per dare alla speranza alimento proprio fino alla fine, ancora: « Bah bo, di' babbo >l.Proprio quando egli credeva d'avere accarezzaito una fantasia impossibile, Barbe– rina, à un tratto, come uno scoppio: cc Baba >>.E nel cuore di Ro– mualdo il tuffo del sangue ripeté Baba. E nulla avrebbe mai più cancellata, dal cuore, codesta impressione. Ai dieci mesi Barberina faceva, già, sorretta, i primi passi; al ('Ompiersi dell'anno camminava sola. E sempre più s'accentuava, il naturale di lei 1 festoso, gioioso : sempre più l'azzurro dei suoi occhi si faceva vivo: la faccia - una fisonomia già sua - espri– meva un'intelligenza precoce, e di già nelle moF=se,nella maniera di foggiare e di pronunziare le prime parole, una grazia - tutto l'opposto dei soliti " dàddoli " : una grazia che si poteva già dire spirituale e faceva pensare a.l primo destarsi d'un'anima. Ma al tempo stesso si rivelava e andaYa accentuandosi una fragilità dico– stituzione, una delic,1tezza di tutti gli organi da dare pensiero. Era stato prolungato fin al possibile l'allattamento'; ma poi era pur dovuto venire il giorno della divezzatura,: ed era stato un momento critico. Così il metter dei denti. E poi tutto si ripercotern così immediatamente nell'organismo della bambina: eSRO risentiva così di tutto! La minima cosa bastava a alterarlo: una cucchiaiata di più, una traspirazione inter_rotta, la più leg~e~a emozione. . La balia era stata licenziata; e ora l'Ersilia faceva da bambi– naia. Tornava ogni tanto, la Rosa, a ,eder la bambina: e a,eva l'im– ss. - Pè{Jc,so . .BibliotecaGino Bianco

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