Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931
Villa Beatrice 455 - E la cercavate nella vasca ? - Scoppiò a ridere come uno scemo; ma a un tratto smise : aveva capito, e rimase male. - Dianzi, quando son ito via, passando davanti alla cappella, m'è parso di vedere su una panca come un ammasso scuro : ma una persona la non mi parea che la fosse : « O che può essere ? )), anzi, ò pensato .... Ora mi fate risovvenire. Si meravigliarono che a nessuno fosse venuto in mente che ella fosse in cappella; e ora pareva la cosa più naturale, che avrebbe dovuto sùbito venir per la prima: « È li di sicuro>>. E s'affrettarono verso la cappella. La Teresina e la Raffaella passarono di dentro la villa, gli altri di fuori. Ma quando le donne arrivarono in fondo al corridoio, al– l'usciolino che metteva nella sagrestia, girarono invano la gruccia : l'usciolino era chiuso di dentro. - E ora? Scossero l'uscio se mai la serratura cedesse, picchiaron col pu– gno, con le palme aperte, chiamarono: «Signora! Signora!». L'uscio giallo, un di questi usciolini massicci stagionati da secoli a un battente solo, pareva incastrato; duro e sodo che le mani si facevano male e il suono restava schiacciato lì. E a quell'affannoso «Signora! Signora!», nessuna risposta. - E ora ? Mio Dio ! Il corridoio aveva un finestrino sul viale che portava allo spiaz– zato davanti alla cappella. Le due donne sentivano i passi di quelli ch'erano arrivati, ma fuori era buio: soltanto i riflessi lontani della luce, all'ala opposta, dalle finestre della villa rimaste con le per– siane aperte e U chiarore in alto che veniva dal giardino, sotto, illuminato. La Teresina s'affacciò : - ,Sentite : o come si fa? L'uscio è chiuso di dentro. - Male si fa. Parve la v_ocedel fattore. E la Teresina sentì battere ai vetri della :finestra della cappella, e la fattoressa anche lei chiamare : <<Padrona!, Padrona!», mentre fra gli altri ferveva una specie di consultazione. Ognuno diceva la sua. Guglielmo veniva a riferire via via alla Teresina, e questa passava le notizie alla Raffaella. - Sì, c'è il lumino acceso, in cappella, sopra l'altare, ma non si distingue nulla; pare, sì, su una panca, che ci sia una massa più scura. S'udiva intanto il cont_rasto dei vari pareri. - E quando ài rotto i vetri? Se c'è l'inferriata! - Buttiamo giù l'inferriata. - Scardinarla, vuoi dire; non l'avresti a spezzare a martellate. - Aspettate un poco: vedrete se io, il modo, lo trovo. BibliotecaGino Bianco
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