Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

454 B. Cicognani - Nella villa non c'è, 'Michele non l'à vista. - I vestiti per fuori son tutti nell' armoire - disse la Raf- faella facendo risaltare il suo genio investigativo - : è vestita da casa. =-- E ·allora .... - Ma per questo appunto, per questo : o non capisci o non vuoi capire. · - A me mi pare che vi spericoliate _senza ragione. - Ma anche Guglielmo era entrato in pensiero. Alle voci, eran, venuti lì nell'andito il fattore e la fattoressa: neppure loro avevan visto la padrona. . - Cosa facciamo, ora, cosa facciamo? - La Teresina non tro– vava posa, si torturava le mani. - Cosa vuol fare ? Si cercherà meglio nel giardino, nel parco : a un tratto fosse uscita e Michele non l'.wesse vista, e si sia sentita male. -Ma il fattore pensava un'altra cosa. E la fattoressa lo stesso, e Guglielmo pure: tutti e tre la medesima cosa. Il ricordo di Pie– rino era venuto in mente a tutt'e tre. E un disagio superstizioso, un'inquietudine di influsso sinistro -era loro entrata addosso con un presagio lugubre. E chi sa perché a tutti e tre era venuta la me– desima idea. Uscirono in gruppo, anche la Teresina e la Raffaella, e sempre in gruppo scesero in giardino. Accesero le lamp~de che lo illuminavano con la forza dei riflettori. Fattore, fattoressa e Guglielmo eran an– dati, come d'intesa, diritti verso il medesimo punto : la vasca. Dal becco della cicogna muscosa il getto d'acqua saliva come una canna dritta di cristallo per incurvarsi e ripfovere in un fascio, mo– bile al vento, di gemme brillanti e schioccanti sul piano, lì, in ebul– lizione: immobile e livido in tutto il resto del cerchio. Chiara era l'acqua della vasca: si distingueva il fondo con giochi di ombre e lame e tremolii di luce. . La Teresina e la Ra.ffaella avevan capito soltanto quand'erano ·• state a pochi passi dalla ringhiera, e era loro corso un brivido: ora guardavano anch'esse, riavendo il µ.ato, in silenzio. Nessuno aveva aperto bocca. Non si sentiva che lo schioccar delle bòcce che faceva l'acqua ricadendo. - Che cosa c'è cascato nella vasca? - Era l'uomo di fattoria, lo spilungone rapato, che tornava dai campi con la palandrana but– tata sopra le spalle. Nessuno ebbe il coraggio di rispondere. Anche lo spilungone s'avvicinò alla ringhiera e guardò attenta– mente. - Cosa c'è? · - Nulla, c'è: è che non si trova più la i,,ignora. . ' - Biblioteca Gino Bianco

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