Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

Trotskij storico deUa r-ivoliizfone 44.9 pur senza una sufficiente fiducia nelle proprie forze. I contadini cominciano appena a muoversi, tastano il terreno, misurano la resistenza del nemico e, premendo sui proprietari da tutte le parti, ripetono : 'noi non vogliamo rubare, vogliamo far tutto per bene'. Non s'impadroniscono della proprietà dei prati, ma ci falcia,no su il fieno. Affittano coerci~ivamente la terra, definendo essi stessi il canone d'affitto, o 'comperano' altrettanto coercitivamente la terra a prezzi fissati da loro medesimi. Tutte queste difese legali, poco persuasive per il proprietario, come per il giurista liberale, sono suggerite in realtà da una profonda, ma nascosta diffidenza verso il governo : con le buone non si prende nulla, dice fra sé il conta– dino, usar la forza è pericoloso, bisogna provare con l'astuzia. Egli preferirebbe espropriare il proprietario con il consenso di lui>>. Giacché bisognava irreggimentarsi in un partito, i contadini accorser? in folla nelle file dei socialrivoluzionari, che nel loro pro– gramma avevano la « socializzazione della terra>> : essi la interpre– tavano come un riconoscimento 0be la « terra era di nessuno, la terra era di Dio)), e perciò se la potevano prendere. I socialrivolu– zionari si affannavano a richiamare i nuovi adepti alla realtà delle proprie teorie e a quel culto della lega.Utà, che sembrava contraddi– stinguere i così detti « patteggia tori)),: invano. « Non erano loro a definire il carattere del movimento dei contadini e il suo ritmo. I contadini seguivano i socialrivoluzionari solo in quanto desumevan da essi le formule già pronte per far giustizia dei proprietari. Nel medesimo tempo i socialrivolnzionari servivan loro da protezione giuridica>>. Lenin, appena tornato in Russia, mostrò di confidare assai poco nell'appoggio che i contadini avrebbero potuto dare al movimento .proletario. cc Bisogna aspettarsi che i contadini possano unirsi alla borghesia )), egli ammoniva il 14 aprile; e il 24 ai cc vece'bi bolscevichi)), che lo accusavano di non valutare abbastanza questa forza, rispondeva : cc A un partito proletario ora non è permesso sperare in una comunanza d'interessi con i contadini. Noi lottiamo perché i contadini passino dalla nostra parte, ma essi, fino a un certo punto coscientemente, stanno dalla parte dei capitalisti>>. Quest'atteggiamento dei contadini anche in l'léguito non cambiò mai del tutto ; e se nel _1920 essi difesero eroicamente il nuovo regime minacciato da più parti, fu per il timore di veder tornare i pro– prietari a compier le necessarie vendette e a riprendersi la terra. Troppi elementi storici concorrono a farli insistere, malgrado tutto, nelle loro elementari e dissimulate convinzioni borghesi : forse un giorno si vedrà con quanta ragione. Intanto si riconosce già il loro influsso, in veste di soldati, sul primo periodo rivoluzionario, sia pure con l'ostilità ch'.è in quest~ parole dì Trotskij : cc Più tardi, dopo il rivolgimento d1 otto?re, ~1 scrisse non poco sul tema, che i bolscevichi rlovevan_la loro nttor1a BibliotecaGino Bianco

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