Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

448 L. Ginzlnirg nella famosa offensiva del giugno, guidata dal generale Brusilov, i soldati andarono avanti finché non incontrarono resistenza, e occu– parono con grande entusiasmo le trincee abbandonate dal nemico, ma non ci fu verso di farli combattere anc6ra per difendere queste nuove conquiste. Anche nell'industria, che divenne subito il campo di battaglia delle masse in lotta per l'indipendenza economica, men– tre le funzioni politiche sembravano accentrarsi nella borghesia, l'i_nflusso disgregatore della rivoluzione è quanto Jnai evidente: in pieno governo di coalizione con la borghesia,, il Sovièt di Pietro– grado, costretto a intervenire in una situazione ormai troppo tesa, approvava il 16 maggio, con i voti dei menscevichi e clei socialrivo– luzionari, un « programma di regolamento statale della vita eco– nomica>>: si riteneva con esso che fosse giunto il momento propizio per la creazione di monopoli stata.li del grano, della carne, del sale, del cuoio; per la formazion e, rego la,ta dallo Stato, di triists del carbone, della nafta, dei metalli, dello zucchero, della carta; per l'intervento dello Stato nella distribuzione <:lellematerie prime, nella, lavorazione dei prodotti e nella determinazione dei prezzi. Benché Trotskij affermi anche qui C!lie il processo cltssolutivo era stato ini– ziato dalla, guerra, non è chi non veda la diversa natura dei feno– meni nell'epoca rivoluzionaria: quello ch'era stato un lento sfacelo per mancanza di forza vitale s'era mutato nel libero contrasto, pur semprè sovvertitore, di due principii economici. In mezzo a tanta rovina, l'unico tentativo di ricostituire imme– diatamente un nuovo ordine di rapporti Rociali, che si sostituisse all'antico venne dai contadini che, << servendo di sostegno al seco– lare asiatismo, ne erano stati nello stesso tempo anche le prime vittime>>- Trotskij riconosce che << la questione agraria stava a.Ua base della rivoluzione)), ma avverte subito quello che c'è d'equivoco nello spirito rivoluzionario delle masse rurali. La loro condotta prudente nel primo periodo della rivoluzione gli pare che indichi assai bene quale fosse questo stato d'animo: ((In questo primo pe– riodo, dal marzo al luglio, i contadini, nella loro schiacciante mag– gioranza, si astengono anc6ra da violenze dirette nei riguardi dei proprietari e da aperte appropriazioni di terra. Il Jakovlev, che diresse le note indagini statistiche, e ora è Commissario del popolo all'agricoltura dell'Unione Sovietica, spiega la tattica relativamente pacifica dei contadini con la loro fiducia nella borghesia. Bisogna riconoscere che questa spiegazione ,è fallace. Il governo del principe Lvov non poteva indurre in nessun modo i contadini alla :fiducia, senza parlare poi della continua sospettosità del contadino verso la_ città, il potere, la società civile. Se i contadini in un primo periodo quasi non ricorrono anc6ra ad atti di aperta violenza, ma cercano di dare alle loro azioni la forma d'una pressione legale o quasi le– gale, ciò si spiega appunto con la loro diffidenza verso il governo, BibliotecaGino Bianco

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