Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931
Trotskij storico della rivoluzione 437 tribuisce a un'esaltazione della personalità di Trotskij, che di quel– l'idea fu, se non l'autore, almeno l'eroe eponimo. Tuttavia a noi pare, come si vedrà meglio in séguito, che proprio da questo punto di vista, sebbene con uno spirito storicistico che segp_a il nostro dissenso teorico da Trotskij, debba venir guardata la crisi che tra– volse il regime democratico in Russia. Attraverso la cultura marxi– stica Trotskij è giunto alla concezione della storia come prodotto delle libere attività umane, secondo quanto notava acutamente dieci anni fa Piero Gobetti; ma ciò non toglie che il suo metodo sia spic– catamente marxistico, e inaccettabile, quando, nell'introduzione, partendo da un concetto in sé giusto, anzi prezioso per intendere lo svolgimento della storia russa moderna, come quello c:he pone l'ori– gine dei moti rivoluzionari nella mancanza d'una· classe media, ap– poggiandosi a una sua legge dello « sviluppo combinato)) (che non è poi se non la contaminazione di forme economiche fra loro anacro– nistièhe), egli vuol provare che la Russia era necessariamente por– tç1itaa sopprimere lo stadio borghese nella sua evoluzione, << come la Francia saltò la Riforma)). Quanto al tono del discorso, si può dire che, malgrado la vio– lenza rivoluzionaria di alcune invettive e la crudeltà di certi sarca– smi, quasi mai esso ci appare sforzato e, nel peggior senso, retorico. Descrivendo la vecchia Russia in isfacelo, - entrata in guerra per avere « il diritto d'essere alleata con i paesi più sviluppati, d'impor– tare capitali e di pagarne gli interessi, cioè in sostanza il diritto d'essere una colonia privilegiata dei propri alleati)), - e i suoi generali inetti, e i suoi ministri incoscienti, e la sua monarchia se– questrata da un misticismo ciarlatanesco, era facile cadere in vol– garità carica.turali da farsa. Trotskij adopera con serio proposito di documentazione epistolari e memorie, pur facendo prorompere a volte lo stupefatto ribrezzo che certe puerilità colpevoli non possono non suscitare; e se riporta le frasi dell'imperatrice, che scrive a Nicola II di battere il pugno sul tavolo, ordinando al primo ministro Trepov di conservare il Protopopov agl'interni, perché l'Amico (Ra– sputin) vuole così, subito commenta, vibrato: « Queste frasi sem– brano inventate.· Ma sono tratte da lettere autentiche. E del resto è impossibile inventar cose simili>>. Appunto GOn il fosco quadro d'un paese in cui ogni avvenimento, la pace come ]a guerra, una vittoria · come una sc~nfitta, non serviva se non ad avvicinare la rivoluzione che incombeva, comincia l'esposizione storica di Trotskij; e il primo problema su cui egli esercita la sua critica riguarda l'esistenza e i termini d'una congiura di palazzo, che avrebbe dovuto togliere di mezzo l'imperatore inetto, - che non aveva « neppure una qualità che lo facesse atto a governare un Impero, o magari una provincia o un distretto)), - nell'illusione che così_si potesse arrestare un processo di dissoluzione ormai troppo a.vanzato. Biblfoteca Gino Bianco .
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