Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

La notte del 12 marzo 1917 a Pietrogrado 431 dorso. La mano affonda nell'imbottitura e par di percuotere un fantoccio da fiera, un cadavere di tre giorni. Sentiamo stridere i denti, presi da una stessa disperazione e da uno stesso segreto. Un senso di ultimo, di fine. L' Angliskaja Naberchnaja. Contorni sfumati del fiume, le rive opposte segnate appena. Harold scende e barcolla. Non sa dove metter le m~ni, fruga in una tasca, getta un biglietto di cinquecento rubli. - Siete matto, Harold ? - La voce suona falsa inumana, vorrei inghiottirla. Harold vorrebbe ridere, ma le labbra sono fisse scolpite in una piega infan– tile di pianto. Mi prende per le spalle, mi cerca gli occhi, mi dice buon giorno e poi : - Mia madre è grande e bella, giovane che è incredibile. Se mai tornate a Londra cercatela. Il silenzio sirinchiude sopra di noi come un lastrone di ghiaccio. Poi lo incrina un sottile odore di fumo che potrebbe esser di morte. Le redini scivolano giù dai guanti enormi dell' « iswoscik >> ad– dormentato. *** Biblioteca Gino Bianco

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