Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931
Pio IX e Pellegrino Rossi 423 dell'indegnazione di tutta quanta l'Europa risponde consentendo uno scritto dei ,Ministri di Roma. Non è scmia né di chi m.isfece né di chi tacque il silenzio del Principe e del Pontefice, il quale per dir vero alla vista di quel sangue doveva a costo della vita propria alzar la voce, non irata, accorata; e se anatema era da lanciare, allora, nel bel mezzo di Roma, nel fremere della tempesta, per onore dell'Italia e della Chiesa e dell'umanità, lanciare allora l'anatema. Ma egli, confuso, non era in quel punto né Principe né Pontefice ; e il principato appunto e le ansietà e i terrori di quello gli disfacevano il sacerdozio nell'anima. Io so bene che il popolo intero non intinse in quel sangue, ma nessuno del popolo sorse a chiamarne i cittadini innocenti ; e senza. segno di ribrezzo e di fre– mito furon lasciate correre per la città grida di trionfo e di lode all'uccisore, e sentiti orribili canti sotto le finestre de' giovani figli e della vedova infelicissima, alla quale dovevasi rhipetto e come a donna, e· come a buona, e come a non assai rispettata dal freddo marito. E quel pugnale due anni dopo minacciava di riconficcarlesi in petto allorquando il figliuolo, inebriato di tarda e deca vendetta, sfidava a duello il Principe di Canino innocente di quella morte 1 ), e s'esponeva o a cader di palla tirata a quindici passi, o ad uccidere uomo che, ricco di parenti né pazienti né timidi, non cadeva forse invendicato. Ed ecco, tra i vanti quotidiani di civiltà e libertà, ec– coci al pugnale de' traditori e a.l duello de' barbari. Uno o pochi son forse i rei; forse non d'atto premeditato; e i fischi irritarono il sorriso dell'uomo a cui non mancava coraggio, ed era ormai quasi debito di mostrarlo in quel punto; il sorriso parve scherno provocatore, e gli fu risposto col ferro. Chi dice un de' militi che combatterono a Vicenza essere l'omicida, parla a · caso. Di reduci s'era fatta nel Luglio una legione di cencinquanta, e taluni di costoro dimostravano negli atti più insolenza che non si convenga ad uomini di valore; e di tali ce n'era fra coloro che cir– condarono il Rossi : ma che t'uccisore fosse un di quelli non è cosa certa, né certamente l'infamia ricadrebbe su tutti i combattenti in Vicenza. Il signor Falloux, che ci vede la mano del Mazzini, ca– lunnia. Se il Rossi fosse morto da uomini amici a repubblica, se ne saprebbe a quest'ora il certo, dacché il processo è tuttavia se– guitato in Roma, e l'accanimento non manca 2 ). Certamente il Maz– zini nella risposta a Pio nono poteva risparmiare la sentenza che la mo;rte del Rossi è un esempio ai despoti dato da' popoli : ma que– sto modo di dire non è nemmeno un'approvazione del fatto. Certi 1) Edoardo, il figliuolo che aveva combattuto in Italia, si batté a Versailles, il 6 di giugno del '51, con Luciano Bonaparte Principe di Canino; il quale, con Pietro Sterbini, era stato uno dei più accesi oppositori alla politica del Rossi. 2) Pare che il Rossi fosse pugnalato da un figlio di Ciceruacchio, Luigi Bru– netti. BibliotecaGino Bianco
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