Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

Pio IX e Pellegrino Rossi 421 le donne, anco alle apparenze d~bbono avere riguardo, massime se deboli e disgraziate da tempo lunghissimo, e circondate da nemici crudeli. Avevano ta-nte vie di liberarsi da cotest'uomo senza farlo martire; ed era già un troppo onorarlo chiamandolo, ~ome si faceva, tiranno. Se amate rendere desiderabile la memoria d'uomo medio- · ere, - perseguitatelo ed ammazzatelo. Il misfatto, lasciando stare il danno, era superfluo iu uomo non terribile, era pel!gio che inu– tile in uomo a cui sarebbero presto o tardi succeduti altri meno inge– gnosi e più veramente tiranni. E dicasi a onore del vero che il Rossi non operò mai. forse in sua vita in maniera tanto conforme alla propria coscienza quanto in quegli ultimi dì. Quando anc6ra egli non immaginava dovere ire a -Roma ambasciatore di Francia, lodò alcune parti buone ch'erano nella decrepita politica romanesça, e presenti che, quando i tempi . incalzassero, Roma avrebbe accettate quelle riforme dalle quali pareva aborrire: sotto Gregorio egli presentiva Pio nono. Ma da molti anni egli aveva affermato la repubblica incomportabile alla vecchia Ji}uropa, e che in America stesso, terra giovane anc6ra, se ne sarebbe veduta la fine. Senza entrare nella questione de' prin– cipii, potevasi domandare al Rossi quanti si contino nella Atoria i regni durati da settanta o ottant'anni in tale stato di pacifica e crescente grandezza quali le Repubbliche Americane; se ottant'anlìi di vita onorata e tranquilla non valgano otto Aecoli òi quelle guerre a capriccio, di quelle cospirazioni a sproposito, di quella, regolare corruzione in cui si compiacciono i regni, e per cui credono pro– lungarsi la vita. Lasciando star queste cose, e senza, cercare se il Rossi, quando la repubblica mettesse nella terra ov'egli viveva salde radici, avrebbe trovato il coraggio di farsi uccidere o carce– rar-e per venerazione dei Re, certo è che in Roma egli era profon– damente persuaso doversi reprimere i disordini minaccianti. E d~ lui veniva allo Zucchi l'idea e l'animo di disarmare in Bologna di .-casa in casa la Chica dell'umile popolo; ond'esso Zncchi era so– prannominato Radetzky, e seminava discordie tra i cittadini poveri e i ben vestiti. Ma a,l Rossi non era né coraggio né feroc~a d'opprei-– sore; e certe cose le avrebbe intese meno illibPralmente di certi re– pubblicanti, e avrebbe in qualche parte medicate le piaghe del debito pubblico, e risparmiati almeno que' tanti danari che costa il Tede– sco successore di lui. Egli andava in quel punto all'Assemblea pe:;.· €sporre i suoi intendimenti : e sebbene sia 1 la confessare che nel di– scorso di lui non era parola della gue1·ra italiana, perch'egli già la vedeva impossibile ed infausta, a ogni modo, prima d'ucciderlo, .ascoltarlo dovevano, come si fa anco de' sfoarii e de' parricidi. Fatto è che nel luogo dove tanto gridavasi contro il governo de' preti, l'ucciso fu un laico: e checché dicasi dell'odio e del di– :111pregio in cui sono i preti, a un Cardinale non sarebbe a quella BibliotecaGino Bianco

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