Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931

416 N. Tomma-seo Filippo; come se di lì a poco non dovesse 1~ .B"'rancia_avere_ il Fal– loux per ministro. 11 Papa rispose al Bastide che gh ~dditasser~ qualcosa di meglio. E veramente_ era stra~o ve~~re un ribell~ f~rsi minaccioso a' ribelli, uno sbandito sbandire, 1 rnterprete dei rim– proveri del Guizot presso Pio nono farsi non già mediatore tra Pio nono e i popoli, ma esasperare questi con maniere che certo ~on erano le maniere di Pio. Laddove chiedevasi calore d'affetto e im– peto d'opera, s'è dato un'animaJredda e pensataniente _svo&'liata. Ch' e' non fosse uomo di pratica nel senso buono, lo dice Il suo così poco fare in due mesi, in que' due mesi da cui pendeva il de– stino d'Italia. Egli che al dir di taluni non consentiva ai rigori del Guizot verso Roma (e se non consentiva, perché rimanersene in Roma ?), egli che avrebbe voluto sin dal quaransei Pio più pronto a innovare, chiamato all'opera assonna. O l'aria di Roma gli diede al capo, o piuttosto e' sentì come a chi è fuori del caso riesce facile il consigliare. Qualunque cosa e' volesse fare a,nco in male, bisognava far subito: il mondo è de' pronti e de' preparati. Non è da dire che il Rossi avesse maniere di tiranno o di schiavo, e che si rannicèhiasse in quella inerzia per la quale i tiranni diven– tano schiavi, e gli schiavi fomentano e legittimano 1a maligna ope– rosità de' tiranni. Il Rossi era inerte per temperamento e per non– curanza orgogliosa : aveva maniere ora di padrone ora di vassallo per orgoglio e per noncuranza; non però che avesse odii feroci o ambizioni scellerate, o che gli piacesse annullarsi nell'ozio. L'amore di patria, scriveva egli poco innanzi la morte sua, è l'arme che, se i Re non l'afferrano, si torce contr'essi. (,}nesto motto che dipinge l'amore com'arme, e la patria come campo di battaglia, e i Re e popoli come nemici, e ch'è pure motto d'uomo liberale, ritrae e nel lato buono e nel tristo l'animo suo con la mente. E per dire delle poche, ma lodevoli cose eh' e' fece in que' due mesi, che erano a lui ed a Roma, senza che né egli né Roma sel sapesse, agonia; il Rossi abolì il Ministero di Polizia, che non può stare da sé senza che combatta e sopraffaccia gli altri Ministeri meritevoli di tale titolo: e sebbene abolire il titolo non sia distruggere i fatti è ' ' tuttavia buon augurio. Voleva anche riformare le carceri, e farne luoghi di penitenza, cioè di correzione e di rinnovellamento secondo lo spirito della Chiesa, indegnamente falsato in questa come in tante altre cose da' Papi Re. Ma,e a ciò e alla Polizia e a tutto il resto ri– chiedevansi uoniini nuovi, né il Rossi poteva crearli in settimane né conoscere gl'idonei, egli straniero, e non docile a' consigli e no~ curante dell'informarsi de' minimi fatti che sono la 'radice de' grandi, e mal atto a conoscere gli uomini perché pieno di sé. Malaccorta assai fu la scelta dello Zucchi a Ministro dell'Armi • lo Zucchi, esule anc~'egli, e per istrana sorte di molti fra gli es~li destinato a ritornare in patria èome straniero, e a patire odii ~ Biblioteca Gino Bianco

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