Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931
Pio IX e Pellegrino Rossi 413 frangente sorreggerlo conveniva. E prima di sopraggiungere a' suoi tanti patimenti l'oltraggio, conveniva domandare: ho io·più patito di quel che quest'uomo patisce? E coloro che gli rinfacciano la pa– rola escitagli che l'Italia era a lui non più cara degli altri popoli ma più vicina 1 ), anziché aggravar lui d'un torto, dimostrano co11 nuovo argomento l'inconciliabilità del Papato col Regno. Pio nono desiderava sinceramente, siccome disse nel Marzo del quarantotto, vedere l'Italia amata e stimata da tutto il mondo; e, checché pa– resse poi dire o fare, e' si sente tuttavia più italiano che austriaco o turco o russo . .Ma come primo prete della Cristianità, è dover suo amare tutti gli uomini parimenti, e, quant'è in lui, impedire ogni guerra, se prima non abbia tentate tutte prove di riconciliazione, e se prima non sia sicuro che la guerra avrà esito fortunato. E quando e' potesse e dovesse consigliare e incuorare la.guerra, il suo ministero, scompagnato dal potere regio, providamente lo li– bererebbe dal tristo mestiere di farla; lo terrebbe più alto, in quella regione dove si combattono le guerre più tremende e compongonsi le più giuste paci. XIV. - IL ROSSI. Pellegrino Rossi, Oarrarese, nel milleottocentododici, dell'età di venticinqu'anni, professore di diritto in Bologna; nel quindici, per il moto vanamente tentato da Gioacchino, prefetto delle Legazioni; prima che essere cittadino di Ginevra, bazzicò in Milano le sale del Bubna, incominciando la vita a quel modo che il Monti :finiva la sua : se non che il Monti era abate allevato nelle sozzure cortigia– nesche di Ronia, e verseggiatore, non professore di giustizia civile e penale; né si dava per pensatore profondo; né dal suo mutare bandiera sperava uffizi pubblici, o lucri stragrandi, ma impunità de' versi fatti, e un tozzo di pane per non ne fare più. Ginevra ac– colse il Rossi con affetto di madre e riverenza di :figlia, gli diede cattedra e moglie, lo fece suo deputato e legislatore; sofferse le sue pensate stranezze e fredde arroganze; né s'aspettava che al primo vento favorevole egli avrebbe veleggiato alla volta di Francia. Dove, portato innanzi da amici illustri e probi (sia detto ad onore di lui), ebbe a un tratto la cittadinanza francese, e cattedra dove insegnava dottrinalmente la costituzione di Francia; assunto ch'egli, stra– niero, fra gli odii e le fazioni e i sospetti, in parte giusti, non doveva ·a niun costo accettare, acciocché la taccia di avventuriere e di mer– cenario non gli potesse esser data da' nemici degli amici suoi, da' ne– mici d'Italia. ,Sostenne le melate lanciategli da una mano di scola- 1) Nell'indirizzo « ai popoli d'Italia,> del 30 marzo '48. ibhoteca Gino Bianco
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