Pègaso - anno III - n. 10 - ottobre 1931
Tesori nascosti 391 Come la madre nel sentirsi chiamare « signora Gilsi >> ella ebbe un'ombra di vergogna negli occhi, vinta però sùbito da una fie– rezza naturale che rasentava l'orgoglio. - A,h, - disse, sorridendo, - Lei dunque non ha capito che il mio nonno è il vecchio che fa da guardiano alla miniera ? - Mi sembrano tutti mezzo matti, - pensò l'ingegnere, no– nostante la preghiera di lei di non « giudicarli male>>. Eppure qualche cosr1 l'attraeva, in quella gente che trattava gli affari in quel modo, e che invece di sfruttare il proprio capitale e goderselo, faceva una vita stentata. · Stentata fino a un certo punto, perché la signorina Gilsi, dopo altri discorsi intorno alla miniera, ma che nulla concludevano, lo invitò amfohevolmente a « prendere un boccone» da loro, e in pochi minuti gli preparò un ottimo pasto. Apparecchiata la tavola nella saletta, ella vi depose un vas– soio con larghe fette di presciutto, rosse come carne viva; e mezzo capretto arrosto che la madre aveva ,fatto cuocere al forno. Il pane fresco non mancava di certo, e neppure il formaggio e il vino. -- Il nostro vino non è buono, -- ella disse, cacciando con forza il cavatappi in una bottiglia polverosa. - È veccihio, si : Faveva fatto venir su il povero babbo: ma, come in tutte le altre cose, lo avevano imbrogliato, povero habbo. - Anche lui, - pensò l'ingegnere; e guardò meglio la ragazza. Non era veramente bella, bruna di pelle e col naso camuso, naso di razza, come quello del nonno e della madre ; ma aveva una forza e una robusta agilità di amazzone. Ella senti lo sguardo di lui, che si era d'un tratto acceso e la penetrava tutta; e per una rispondenza fisica, domandò con voce mutata : - Lei è da molto tempo nell'isola? Ed ecco che un'improvvisa intimità, sebbene reciprocamente nascosta, si stabili fra loro. - Da due anni, - egli rispose; ma non disse altro di lui, ed anche lei parve _sùbito pensare ad altro. - Presto, presto ! Scappa! Oh, che bell(L sorpresa, - gridò, sinceramente allegra, piegando la bottiglia sul bicchiere di lui. La schiuma rosea veniva fuori stridendo, e tutta la tavola pa– reva colta da un brivido di gioia. - Presto, un altro bicchiere; beva, beva, - ella diceva, riem– piendo anc;he il bicchiere per l'acqua. -- Com'è? _ Eccellente! E lei diceva che non era buono. __ Ah, io non so : non l'ho mai assaggiato. Lo diceva il povero babbo. Beva. Eoli beveva. E d'un tratto, come se una luce nuova illuminasse "' le cose, tutto intorno gli apparve bello. In realtà, forse, lo era : BibliotecaGino Bianco
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